Tornano in scena, ma questa volta in un cortometraggio, gli undici adulti con disabilità e gli operatori del centro socio-occupazionale Ecocreativo, gestito dalla cooperativa sociale L’Ovile, che un anno fa portarono al teatro Herberia di Rubiera lo spettacolo “Come la neve”, un’originale e densa rielaborazione della favola di Biancaneve.
Il cortometraggio, che si avvale della regia di Francesca Catellani, è stato presentato in anteprima (anche ai familiari degli ospiti e delle ospiti del centro socio-occupazionale) mercoledì 3 dicembre alla Polveriera di Reggio.
Il progetto, ha spiegato il responsabile di Ecocreativo Emanuele Mussini, “è il frutto dell’attività teatrale svolta da un gruppo di utenti e operatori del centro in collaborazione con i servizi Sap (servizi di aiuto alla persona, ndr) della cooperativa Coressai: una collaborazione stabile che, nell’ambito dei progetti personalizzati riservati agli ospiti del centro, consente di cogliere desideri e di sviluppare attitudini, sancendo oltretutto un vero e proprio ‘patto di cura’ esteso tra utenti e operatori”.
Alle attività teatrali di Ecocreativo partecipano undici adulti con disabilità (un terzo dei 34 utenti del centro socio-occupazionale), impegnati quest’anno in una rivisitazione dello spettacolo messo in scena nel 2024: “Una vera e propria sfida”, secondo Mussini, “anche sul piano della relazione con una macchina da ripresa, che certamente non è distante da quella che solitamente si genera con il pubblico”.
La regia del cortometraggio è a cura di Francesca Catellani, insegnante in discipline teatrali orientate alla dimensione del movimento e della danza e artista visiva, che da 25 anni realizza laboratori espressivi tramite l’Associazione SpazioVita di Reggio. Catellani, affiancata nel progetto dall’attrice, danzatrice e insegnante di teatro Elena Giachetti, collabora con Ecocreativo e conduce percorsi di formazione per l’utilizzo dei linguaggi teatrali e visivi in contesti scolastici ed educativi.
“Il cortometraggio, così come lo spettacolo ‘Come la neve’, si addentra nei territori simbolici e archetipici celati sotto la fiaba di Biancaneve, lasciando emergere una serie di metamorfosi interiori che trasformano la narrazione in un vero e proprio rito di passaggio”, spiega la regista: “La storia abbandona i contorni canonici per aprirsi a un viaggio iniziatico che interroga il senso del vivere: non solo emancipazione personale, ma scoperta di una libertà che si manifesta nel coraggio di smarrirsi, accogliere l’ignoto e mutare. Nel passaggio dalla scena al video gli interpreti abitano uno spazio sospeso tra sogno e veglia, restituendo frammenti che non narrano ma rivelano. L’immaginazione viene chiamata ad aprirsi, a lasciarsi coinvolgere in un paesaggio sensibile in cui ogni gesto custodisce un’eco, una possibilità, un luogo da abitare con la propria intimità”.







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