Rincari Tari Reggio, l’ira di Fratelli d’Italia: “Dal Comune nuova mazzata sui cittadini”

raccolta tariffa rifiuti Reggio centro storico camioncino Iren Tari – FM

Negli ultimi giorni numerose famiglie reggiane hanno denunciato di essersi viste recapitare bollette della Tari – la tassa sui rifiuti – decisamente più care di quelle dell’anno precedente. C’è una spiegazione: il preannunciato aumento dell’8% della Tari si è interamente riversato sulla seconda rata del tributo, andandosi ad aggiungere peraltro al già previsto contributo di 6 euro richiesto dall’Inps per finanziare il bonus sociale, l’agevolazione per aiutare i nuclei familiari in difficoltà economica.

Una motivazione di cui però Fratelli d’Italia non si accontenta: “La maggioranza ha deriso la nostra battaglia in consiglio comunale, ma i fatti ci hanno dato ragione: le bollette Tari che stanno arrivando in questi giorni mostrano rincari preoccupanti e insostenibili per i cittadini, i commercianti e le aziende reggiane che ora devono affrontare una nuova mazzata”, ha commentato il capogruppo dei meloniani in Sala del Tricolore Cristian Paglialonga, ricordando l’opposizione del partito agli aumenti della Tari annunciati dal Comune in estate.

Lo scorso giugno, infatti, il consiglio comunale di Reggio aveva approvato un rialzo delle tariffe per la gestione dei rifiuti. Una decisione, secondo Paglialonga, “maturata in un contesto di scarsa trasparenza e disinteresse per i reggiani, che ora grava sulle famiglie per decine di euro annui, con i nuclei più numerosi esposti a incrementi superiori ai 40 euro. Allo stesso modo settori come bar, ristoranti e negozi subiranno rincari che eccedono il 10% per metro quadro”.

Sebbene presentato come un adeguamento entro il limite massimo consentito del 5,15%, per Fratelli d’Italia il Piano economico-finanziario (Pef) “è stato rivisto in extremis attraverso meccanismi contabili discutibili e totalmente privi di trasparenza”.

Il dibattito si era acceso già il 23 giugno scorso in commissione consiliare, quando Mario Ori, responsabile del Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani del Territorio Ovest (che comprende le province di Reggio, Parma e Piacenza) di Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, nel discutere le disparità tariffarie tra Comuni con e senza gara pubblica per il servizio di raccolta dei rifiuti aveva accennato a un presunto meccanismo di “quieto vivere” tra i grandi operatori del settore, come Iren ed Hera, sostenendo che “cane non mangia cane” – con riferimento a una sorta di tacita “spartizione” del territorio regionale, con Hera assente a Reggio, Parma e Piacenza e Iren lontana da Modena e Bologna.

Atersir aveva dovuto prendere ufficialmente le distanze da quelle parole, ma per Paglialonga “non ha cancellato i dubbi su potenziali dinamiche anticoncorrenziali che potrebbero influire sulle tariffe a carico dei cittadini, a tutto vantaggio dei guadagni delle partecipate. L’amministrazione Massari e Atersir si prendono gioco ancora una volta dei reggiani: queste bollette testimoniano una mancanza di trasparenza e un sistema che necessita di riforme. Chiediamo un intervento deciso per tutelare i nostri cittadini e ristabilire l’equità”.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu