“Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS”. E ancora: “Quando Meloni dice ‘uccisi perché italiani’ sa benissimo che quelli italiani furono uccisi per rappresaglia a quello che i partigiani hanno fatto in via Rasella sapendo che ne sarebbe derivata una rappresaglia”. Così il presidente del Senato Ibnazio La Russa a Terraverso, il podcast di Liberoquotidiano condotto da Emanuele Ranucci e il condirettore di Libero Pietro Senaldi. Immediate le polemiche da parte della sinistra, a partire della deputata reggiana Ilenia Malavasi: “La Russa non può ricoprire la seconda carica dello Stato: sdoganare il fascismo, mettendo sullo stesso piano chi liberò l’Italia e i nazifascisti, è incompatibile con l’incarico istituzionale che riveste. Si vergogni”, ha twittato. “Le parole di La Russa su Via Rasella sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po’ cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco”, ha scritto sempre su Twitter il deputato e coordinatore di Articolo 1, Arturo Scotto.
Dopo le polemiche scatenate dalle sue parole, il fondatore di Fratelli d’Italia, ex Msi, An e Pdl ha ribadito: “Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito ‘una delle pagine più brutali della nostra storia’. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita ‘ingloriosa’ bensì ‘tra le meno gloriose della Resistenza’”.
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