Nuvole che corrono. Cielo terso. Verde primaverile… Sospinti da un furioso vento in via del Partigiano, nei pressi dello stadio di baseball, incocciamo, metaforicamente, in alcuni enormi tabelloni pubblicitari. Uno di essi – spoglio e color ruggine come certi alberi in pieno inverno della pianura – sta lì, inerte, trafitto da un raggio di sole. Malinconici e morti, piantati lì tra l’asfalto e il verde del parco retrostante. Sono utili per un verso: senza la bruttezza non avremmo il senso della bellezza.
Il vento frusta le fronde degli alberi. Tra auto e raffiche di vento ci siamo chiesti: quanto costa affiggere manifesti di quel genere? La domanda sottintesa è: quanto è monetizzabile la bellezza? Smanettando sullo smartphone, apriamo la pagina “Pubbliche affissioni, Affissioni di materiale pubblicitario su spazi comunali”, clicchiamo su “Costi e vincoli” che ci manda a “Prontuario Tariffe dei Servizi Comunali”, pagina che ci presenta due documenti scaricabili: “Tariffe Canone Occupazione Suolo Pubblico e Canone Mercatale 2023” e “Prontuario Tariffe 2023.pdf”.
Sfogliamo il primo, nulla; passiamo al secondo, ben 105 pagine, ma nulla anche qui (in compenso scopriamo che la cattura di un cane costa 56 euro e la cremazione di parti anatomiche 430, conveniente rispetto a una cremazione standard che ha un costo di 573 euro, 516 per i residenti…).
Pazientemente siamo andati alla pagina “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Canone Unico Patrimoniale” all’articolo 24 – Servizio delle pubbliche affissioni. Senza fortuna. O noi siamo digitalmente primitivi o le tariffe non ci sono.
“Terzo non datur”, coerentemente usiamo un latino maccheronico.
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