Dopo il Qatargate non si potrà più dire che in Europa non succede nulla e non vale la pena impegnarsi. Dal maggio 2019 è successo di tutto. Come sia cambiata l’Unione europea lo racconta l’europarlamentare modenese Elisabetta Gualmini nel libro “Mamma Europa”, edito dal Mulino e presentato in un incontro organizzato da Ial Emilia-Romagna.
Nel suo libro Gualmini, che è anche membro del comitato tecnico-scientifico di Ial Emilia-Romagna, spiega come dopo il crescente successo dei partiti populisti, la pandemia, la guerra russo-ucraina e il grave episodio di corruzione che ha coinvolto il Parlamento, l’Unione europea ha riacquistato una nuova centralità.
Dopo anni in cui è stata percepita come un organismo guidato da burocrati, è apparsa un’Europa nuova, più attenta alle persone.
«La formazione professionale è sempre stata al centro dell’agenda dell’Unione europea. Il Fondo sociale europeo è stato il primo a essere introdotto – ha ricordato Gualmini –
Negli ultimi due-tre anni l’istruzione, l’apprendimento e il lavoro hanno preso il posto del rigore nei conti e dell’austerità un po’ ottusa del passato.
Ecco perché nel mio libro parlo di un’Europa sempre più mamma e sempre meno matrigna».
Alla presentazione del libro, focalizzata sul ruolo della formazione e del capitale umano, sono intervenuti, tra gli altri, il segretario generale della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri e il presidente di Ial nazionale Stefano Mastrovincenzo.
Elisabetta Gualmini è stata intervistata da Giuseppe Boschini, responsabile operativo della Fondazione Its Maker.
«Chiediamo all’Unione europea – ha detto il presidente di Ial Emilia-Romagna Ciro Donnarumma – di essere sempre più attenta al mondo del lavoro destinando nuove risorse alla formazione, unico strumento per la crescita professionale e l’inclusione sociale dei cittadini, soprattutto dei giovani».







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