Violenza di genere, la Mori (Pd): grazie a ‘Noi’ un passo avanti verso la parità

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Con l’approvazione di due emendamenti – presentati dalla Consigliera Roberta Mori e sottoscritti da colleghi PD e di maggioranza – alla Legge europea regionale, la Regione Emilia-Romagna si dota da oggi per la prima volta e prima in Italia, di un metodo di valutazione preventiva dell’impatto di genere delle proprie norme, in linea con le direttive europee più avanzate.

«Si tratta di uno strumento fondamentale per uscire da una presunta neutralità delle leggi e dalla residualità delle politiche a favore delle donne, – spiega con soddisfazione la Consigliera Mori – che ci aiuterà ad essere molto più efficaci nelle azioni rivolte contrastare la violenza di genere, a ridurre i divari sociali, lavorativi e occupazionali tra donne e uomini aggravati dalla crisi Covid.»

La crisi legata alla pandemia ha evidenziato anche in Emilia-Romagna una carenza di opportunità per le ragazze e di servizi per le madri e le caregiver, fragilità strutturali del mercato del lavoro e condizioni di precarietà che hanno contribuito alla perdita di migliaia di posti di lavoro femminili e l’aumento del tasso di inattività delle donne (oltre il 34%). «L’innovazione oggi introdotta con la legge europea 2021 – sottolinea Roberta Mori – ci consente di individuare da subito le misure più appropriate per l’occupazione di qualità delle donne, per invertire rischi di arretramento ed evitare effetti distorsivi delle norme non previsti che sino ad ora non avevamo modi di intercettare per tempo». Una valutazione preventiva che – si legge nel testo approvato – verrà applicata ai provvedimenti in materia di lavoro, salute, welfare, educazione, cultura, sport, formazione, cooperazione internazionale, sviluppo, agenda digitale.

La Regione adotterà il regolamento e l’impianto organizzativo per applicare la nuova Valutazione: «Lo abbiamo chiamato NOI ossia Nucleo Operativo d’Impatto e riunirà le competenze che ci garantiranno una lettura veritiera delle misure, una stima precisa degli effetti che ciascuna norma avrà sulla vita delle donne, sulla qualità sociale, sui diritti esigibili delle persone, per evitare insomma che un approccio neutrale delle leggi porti, senza volere, ad aumentare le disparità anziché a ridurle.»