Una moneta locale: Reggio è, il sindaco Vecchi e il prof Amato lanciano il progetto

moneta_art

Una moneta locale per Reggio Emilia. È la proposta della lista civica Reggio è, che sabato 11 maggio (ore 16) presenta un progetto innovativo di moneta digitale complementare al Chiostro della Ghiara di via Guasco 6. Intervengono il professor Massimo Amato, economista e docente all’Università Bocconi, il sindaco Luca Vecchi e Lanfranco de Franco, capolista di Reggio è. Coordina l’incontro Riccardo Grazioli, ricercatore del Centro Studi di Politica Economica e Monetaria dell’Università Cattolica.

La “Moneta per Reggio” è uno strumento concepito per affrontare e contribuire alla lotta contro la precarietà economica e sociale, per dare sostegno all’economia locale e alle filiere corte nella produzione e nel commercio. È l’applicazione del progetto DigiPay4Growth finanziato dalla UE , fondato sull’utilizzo dei pagamenti digitali della pubblica amministrazione per stimolare la crescita economica e l’occupazione di un territorio aumentando gli scambi, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese. In sostanza, l’amministrazione paga in anticipo mediante crediti elettronici che possono circolare solo nel territorio fra tutti coloro che li accettano – individui e imprese, commerciali e produttive, e la stessa PA – e che alla data prevista per il pagamento si convertiranno automaticamente in euro.

«Una moneta che nasce dai pagamenti del Comune – spiegano i promotori dell’iniziativa – ma che diventa la moneta comune dei cittadini. Dieci anni di crisi hanno mostrato che il problema non è che non ci sono i soldi ma che essi circolano poco e male. La moneta non passa per le mani di coloro che ne hanno bisogno e saprebbero cosa farne, e resta spesso inutilizzata e accumulata. Così le disuguaglianze aumentano, la disoccupazione non si riduce e i territori si indeboliscono. Diminuisce la loro capacità di inclusione economica e la loro tenuta sociale».

Erogazioni a soggetti in difficoltà, rimborsi per i tirocini, pagamenti ai fornitori della PA: tutte operazioni che con la moneta complementare possono essere effettuate azzerando i tempi di attesa senza aggravio per la pubblica amministrazione. Si crea così, per un tempo determinato, un potere di acquisto dedicato al territorio che circola solo al suo interno e in modo più veloce rispetto agli euro, stimolando gli scambi e l’economia di prossimità.

Massimo Amato insegna storia economica e storia del pensiero economico all’Università Bocconi. Ha scritto diversi libri e articoli sulla crisi e sulle sue radici storiche. Da tempo si occupa delle alternative viabili all’attuale sistema monetario e finanziario, mostrando le falle scientifiche e politiche del cosiddetto mainstream. Da quasi 20 anni è impegnato nel movimento delle monete complementari e locali, che costituiscono una prima risposta dal basso alle insufficienze e alle ingiustizie del sistema monetario. Nel 2011 ha ideato una moneta locale per l’amministrazione comunale di Nantes. Dal 2014 al 2017 ha lavorato per il Ministero della Giustizia all’elaborazione di una moneta per le procedure concorsuali. Nel 2015 ha dato consulenza a SEWL par la stesura di un progetto di legge sulle monete complementari. Nel 2018 ha ideato una moneta locale mirante a facilitare l’integrazione dei richiedenti asilo, riprendendo una intuizione di Mimmo Lucano a Riace, ora oggetto di una procedura giudiziaria. Si è mosso attivamente per la difesa di Lucano, scrivendo articoli e un parere pro veritate per il suo collegio di difesa al processo di Reggio Calabria.