Editoriale. Un bimbo à la carte

ostetricia

La gestazione per altri – o maternità surrogata, o più prosaicamente la pratica dell’utero in affitto – è vietata in Italia, ma non agli italiani. Basta avere somme notevoli da investire, in media tra i 150 e i 200mila euro a bimbo, e prendersi la briga di trascorrere un po’ di tempo nel paese che si è scelto per realizzare il sogno di una vita.

C’è chi sceglie la maternità surrogata perché l’aspirante madre non riesce a portare a termine la gravidanza; ci sono le coppie gay che desiderano allargare la famiglia; ci sono i signori fuori dall’età fertile che non vogliono rinunciare a procreare anche laddove la natura non vorrebbe, e allora il bimbo se lo fanno fare à la carte: nella cultura media italiana l’ideale del bello parte da basi genetiche teoricamente sane e arriva ai simboli della ricchezza e del potere.

Quindi i “figli” devono riflettere modelli antropologici da showbiz o dalla moda della momento: un figlio di pelle bianca alto, biondo e con gli occhi azzurri sarà sempre meglio di uno piccolo, fragile e scuro di pelle. Pensate che esageri? È un tema delicato che coinvolge soprattutto le madri inquiline del feto commissionato da altri, i protagonisti non ne parlano volentieri, ma vi assicuro da fonti certe che il fenomeno è in crescita anche nella placida Reggio Emilia, città che si vuole paladina dei diritti ma che talvolta perde il buon senso causa i soliti ricorrenti furori ideologici.

Le ragazze che portano in grembo vite umane che non vedranno mai solo per combattere la povertà materiale in cui la società le ha relegate sono le sole e diseredate vittime di un sistema ipermercatista che non si ferma neppure dinanzi alla compravendita della vita. Qualcosa di mostruoso, una forma di nazismo eugenetico alla Mengele che persino il Novecento, nelle sue infinite tragedie, mai è riuscito a metabolizzare.




C'è 1 Commento

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  1. GIORGIO VIONI

    Caro Nicola,
    anche se il tema è molto delicato (anzi, proprio perché è delicato) non sarei così tranchant, come molti fautori pro-life e organizzazioni affini sono soliti fare su temi “etici”. Su questo preteso “reato universale” che la destra al governo vorrebbe istituire, ha scritto parole sagge ed equilibrate Gustavo Zagrebelsky su “Repubblica” del 25 maggio. Personalmente, concordo con lui, che fa riferimento alla maternità surrogata “altruistica” ammessa nella legislazione di alcuni paesi.


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