Scuola. Regioni divise su riapertura 100%

scuola mascherina Covid

Dubbi e interrogativi a raffica sulla riapertura delle scuole prevista per il prossimo 26 aprile. Per dissiparne alcuni e ridurre altri, si terrà martedì 20 alle 17 un confronto tra il governo e le regioni.

“La volontà del presidente Draghi” di riportare tutti i ragazzi in presenza a scuola “vuole essere un segno importante: la scuola prima di tutto; affronteremo i problemi che ci sono. E una indicazione politica – nel senso più alto della parola – che diamo al Paese; i problemi li affronteremo, non siamo ciechi, nè distratti, siamo gente che lavora.

La scuola per troppo tempo è stata al margine dell’attenzione del paese. Con il metodo del dialogo troveremo una soluzione e non sarà di ripiego”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi all’iniziativa Prima la scuola promossa in Senato.

La Flc Cgil chiede che il Governo rivaluti la scelta per la ripresa attività scolastiche in presenza al 100% dal 26 aprile e lavori concretamente per raggiungere l’obiettivo in sicurezza a partire dalla ripresa immediata della campagna di vaccinazione. “Ci troviamo davanti a un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali. Prima di decidere la riapertura al 100% in presenza bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, anche a campione, valutare i dati dei vaccinati. In caso contrario non c’è alcuna garanzia”, dice il segretario Francesco Sinopoli.

Oggi il Comitato tecnico scientifico, poi il confronto con le regioni, e mercoledì, o al più tardi giovedì, il Consiglio dei ministri per mettere nero su bianco il nuovo decreto che indicherà il calendario e le regole per le riaperture, con 11 regioni e le provincie di Trento e Bolzano che, dati alla mano, puntano alla zona gialla. Il governo conferma la road map annunciata dal premier Mario Draghi stoppando da un lato le pressioni che arrivano dal centrodestra per posticipare il coprifuoco e aprire in zona gialla anche i bar e i ristoranti al chiuso e dall’altro quelle di buona parte delle regioni che chiedono di rivedere la scelta di riportare tutti gli studenti in classe dal 26 se non si interverrà sui trasporti.