Rinnovo del contratto dei metalmeccanici, al via le assemblee in oltre 300 aziende della provincia di Reggio

Rinnovo contratto metalmeccanici 2019 Reggio Emilia

L’autunno sindacale in provincia di Reggio riparte con la presentazione della piattaforma unitaria per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici Federmeccanica-Assistal, dopo che già lo scorso giugno i lavoratori del settore avevano dichiarato uno sciopero unitario con al centro il tema del salario.

A livello provinciale saranno coinvolti – secondo le stime di Fiom-Cgil, Fim- Cisl e Uilm-Uil – circa 10mila lavoratori in un calendario che prevede 350 assemblee da tenersi in 300 aziende del territorio per presentare la piattaforma sindacale su cui si aprirà la trattativa nazionale con Federmeccanica.

Una piattaforma unitaria, la prima dopo 12 anni, “che ha al suo centro una richiesta di aumento salariale che possa avvicinare i salari dei metalmeccanici italiani a quelli dei colleghi europei”, ha spiegato il segretario della Fiom-Cgil di Reggio Simone Vecchi: “Parallelamente chiediamo che si riduca la precarietà, costruendo percorsi più brevi di stabilizzazione dei lavoratori, e che si affronti il tema degli appalti in una logica di unificazione del mondo del lavoro, per cui persone che tutti i giorni lavorano nella stessa azienda possano avere accesso ai medesimi servizi – dalla mensa agli spogliatoi – ma anche il diritto di assemblea e di avere una bacheca sindacale”.

Dopo il giro di assemblee, che si concluderà entro i primi dieci giorni del mese di ottobre, nelle giornate del 13, 14 e 15 ottobre è previsto il voto certificato. L’eventuale ipotesi di accordo, successivamente, dovrà essere validata dai lavoratori.

“Abbiamo chiesto un aumento pari all’8% sui minimi contrattuali e sulle indennità di trasferta e reperibilità, parliamo quindi di aumenti di 145 euro lordi per un V livello da erogarsi nel triennio 2020-2022”, ha sottolineato il segretario della Uilm-Uil di Reggio Jacopo Scialla: “Il nostro obiettivo è quello di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori. In questi anni nel nostro settore si è registrato un aumento dei profitti a cui non è seguita un’ adeguata redistribuzione in termini salariali né da un punto di vista nazionale né da quello aziendale, visto e considerato che nell’ultimo triennio non è aumentato il numero di contratti di secondo livello”.

Ma sul tavolo ci sono anche altri temi, ad esempio quello della formazione e della sicurezza sui luoghi di lavoro. “Nel contratto sono già previste 24 ore di formazione obbligatoria, che spesso però non vengono utilizzate dalle aziende”, ha ricordato il funzionario della Fim-Cisl dell’Emilia Centrale Aziz Sadid: “Chiediamo che le ore residue si sommino a quelle dell’anno successivo e soprattutto la certezza dell’applicazione di questo aspetto fondamentale del lavoro, convinti che la formazione sia sempre un investimento e che è necessaria per confrontarsi con i cambiamenti portati dall’industria 4.0. Insieme a questo puntiamo anche ad una riforma dell’inquadramento che riconosca il ruolo delle nuove professionalità. Allo stesso modo chiediamo che maggiori investimenti vengano destinati alla salute sicurezza nei luoghi di lavoro, perché ognuno possa andare a lavorare sapendo di poter tornare a casa”.