La Regione Emilia Romagna ha annunciato il via a un programma di abbattimento dello scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis) su tutto il territorio. In parole semplici, catturerà e ucciderà gasandoli tutti gli esemplari di questo roditore. La decisione, nata in seno al progetto Ec Square, già avviato da altre Regioni italiane (Liguria, Lombardia, Piemonte e Umbria), è legata al fatto che lo scoiattolo grigio non è una specie autocotona, ovvero naturalmente presente negli ecosistemi italiani, ma è stata introdotta dall’uomo in passato per “abbellire” parchi e altri aree verdi cittadine, senza pensare alle conseguenze sugli equilibri ecosistemici.
Lo scoiattolo grigio occupa innanzitutto la medesima nicchia ecologica del nostrano scoiattolo comune o scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) e, poiché la specie americana è molto più adattabile, resistente e intraprendente, in molte aree ha ne determinato la scomparsa, fino a minacciare intere popolazioni. Oltre a danneggiare severamente lo scoiattolo rosso, quello grigio è ritenuto responsabile di danni alla vegetazione – la rimozione della corteccia dagli alberi, ad esempio, favorisce la diffusione di parassitosi e altre malattie nelle piante -, inoltre arreca danni alle coltivazioni di nocciole e ad altre specie di animali, compresi alcuni uccelli.
La specie può “produrre importanti impatti negativi sia sugli ecosistemi colonizzati sia sulle attività antropiche”, si legge nella delibera della Giunta Bonaccini. Sulla vegetazione, ad esempio, e in particolare nei boschi, lo scoiattolo grigio scorteccia gli alberi che, di conseguenza, sono “maggiormente suscettibili di attacco da parte di malattie e parassiti”. Per quanto riguarda le produzioni agricole, invece, attacca in particolare “i noccioleti, di cui consuma le nocciole prima della loro completa maturazione e fino ad esaurimento della disponibilità, dopo circa quattro mesi, provvedendo nel frattempo a sottrarre una quota significativa di semi che immagazzina nel terreno o in cavità negli alberi per un uso successivo nei mesi tardo autunnali e invernali quando le risorse alimentari scarseggiano”.
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