Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale questa lettera aperta dell’architetto Giamprimo Bertoni indirizzata all’assessora Stefania Bondavalli.
Gentile assessora Bondavalli,
nel Suo primo anno di mandato il centro ha visto un proliferare di iniziative, ma di sostanziale e strutturale non sembra sia cambiato nulla. Mi pare che nella Sua doppia carica di assessora allo sport e al centro storico Lei abbia coniugato i Suoi ambiti amministrativi utilizzando uno per le finalità dell’altro. L’”altro” sarebbe il centro storico che, senza nulla togliere all’importanza dello sport, credo che oggi sia il malato più grave a cui si deve prestare maggiore attenzione.
Mesi fa abbiamo assistito in un teatro gremito alla presentazione, ampiamente pubblicizzata, dell’iniziativa che doveva promuovere “l’hub urbano sul centro storico”. Associazioni, privati, istituzioni che all’insegna degli obiettivi proposti avrebbero dovuto dare un nuovo impulso alla rinascita del centro storico per scongiurarne il definitivo abbandono. Da allora in città abbiamo assistito solo alla presentazione di eventi legati allo sport e allo spettacolo, manifestazioni che l’hanno ciclicamente invasa con iniziative per lo più durante i fine settimana, quali incontri di boxe, concerti, gare ciclistiche, vari eventi fra il politico, il sociale e altro. Insomma immagini virtuali di un centro e in un centro che in realtà non esiste e che, come prima, continua nella quotidianità a essere sempre più vuoto e moribondo.
Vede assessora, come avevo avuto modo di accennare in una mia precedente lettera la crisi del centro trae origine da una precisa volontà strutturata negli anni da chi ha preceduto il Suo mandato, aggravata naturalmente, sarebbe sciocco negarlo, da una generalizzata crisi dei consumi (negozi) e del sistema di lavoro (uffici). Capisco che un anno sia un tempo limitato per cercare di porre qualche rimedio a quello che speriamo non sia un destino segnato da un passato a lui ostile. Però un segnale, anche uno solo, in un anno sarebbe stato opportuno farlo percepire ai residenti per potersi guadagnare la fiducia che Lei si aspetta di avere da loro.
È altrettanto abbastanza chiaro quale sia l’approccio che il Suo mandato ha voluto esprimere per cercare di risollevare le sorti del centro storico. Lo riassumerei in una parola, “Ludus”: gioco, divertimento, spensieratezza. Fino ad ora solo questo è stato percepito, ma degli altri problemi, vera causa dell’agonia del centro? Nulla, mi pare. Personalmente non credo che riempire le strade cittadine il sabato e la domenica con orde di visitatori alla ricerca del concerto o dello spettacolo possa servire per cambiare la diagnosi di un centro morente.
Non credo che paralizzare il centro con una competizione ciclistica possa portare qualche beneficio: magari qualche esercizio potrà vendere un panino in più, ma di contro impedisce l’ordinato svolgimento della normale vita dei residenti. Quei pochi residenti che Lei, assessora, deve cercare di coccolare come sorgente preziosa perché diversamente quegli incalliti ultimi e ostinati residenti, dopo i negozi e gli uffici, si perderanno anche loro. E allora non rimarrà proprio più nulla, e il piano iniziato dai Suoi predecessori sarà definitivamente portato a termine con successo e il suo hub al contempo sarà fallito.
Sicurezza, parcheggi, arredo urbano, raccolta rifiuti, sono solo alcuni fra i tanti segnali non pervenuti ai cittadini. Perché? Cosa è stato fatto fino ad ora? Cosa si pensa di fare per il futuro? Questi forse sono gli argomenti su cui investire per dare le risposte che tutti si aspettano. Poi, ma solo dopo, ben venga il Ludus.
Gentile assessora, per spirito di collaborazione non richiesta Le lancio una provocazione solo come esempio, qualcuno lo potrebbe presuntuosamente definire suggerimento, diciamo che non ambisco a tanto e non ne sarei all’altezza. Ma provocatore sì. Più volte ho criticato pubblicamente l’opportunità di svolgere la maratona podistica che si tiene da sempre in una domenica di dicembre con partenza e arrivo in centro. 42 chilometri che poi si sviluppano principalmente nel forese. Ricordo che per gli esercizi commerciali del centro le domeniche di apertura nel mese di dicembre sono linfa vitale per gli ormai pochi regali e quel po’ di commercio natalizio. Bloccare sostanzialmente l’accesso alla città in una di quelle domeniche significa togliere qualche opportunità di vendita, ormai ridotte al lumicino, alle attività commerciali che quelle domeniche aspettano da tutto l’anno.
Questo per un beneficio sportivo che razionalmente non si riesce a capire. I maratoneti arrivano numerosi da varie parti d’Italia, partono presto la mattina da corso Garibaldi, corrono, corrono, corrono e rientrano in corso Garibaldi con relative chiusure delle strade che da lì partono e lì arrivano. Centro praticamente inaccessibile dall’esterno da parte di chi vorrebbe eventualmente raggiungerlo per fare shopping natalizio. E allora quale beneficio c’è per il centro? Forse i soliti due panini in più venduti. Tutto il resto ancora disagio per i residenti e per i commercianti.
Quindi, assessora, quest’anno dia finalmente un segnale: organizzi la maratona di dicembre senza paralizzare il centro, in fondo 42 chilometri con i calzoncini corti si possono correre anche senza dover bloccare il centro, e se poi qualcuno pensa che questa possa essere un’opportunità di rilancio per il luogo che ospita partenza e arrivo della maratona, allora come residente del centro mi sento generosamente in dovere di cedere questa opportunità a chi è meno fortunato. Cosa ne pensa ad esempio di partenza e arrivo in via Turri?
Come sempre Suo attento osservatore.
Cordialmente,
arch. Giamprimo Bertoni







Un po’ confusa la seconda parte della lettera, con la tirata contro la maratona “a difesa del centro”. La maratona porta in città circa 2000 corridori con amici e famigliari: persone che non devono “raggiungere” il centro, ci sono già. Dalle 9 alle 13, in un clima di festa, ci sono parecchie persone che girano per le vie in attesa del grosso dell’arrivo. Se i negozi aprissero, avrebbero davanti ore di potenziali clienti.
E’ molto più vero che, in una domenica qualsiasi, chi viene in centro per una passeggiata, trova la grande maggioranza di negozi e bar chiusi.
Quando piazza Prampolini (molto presto) sarà come via Turri, Massari e la sua giunta di presuntuosetti forse (molto forse) capiranno
ricordo ai molti smemorati reggiani che uno dei primi episodi di violenza accaduti in citta’ con protagonisti “pseudo risorse da coccolare” fu un omicidio con tanto di cadavere bruciato abbandonato in piazza nelle vicinanze del Municipio. Una feroce violenza, inaudita ed efferata, che mancava dalla nostra citta’ dai tempi del ventennio. Andate a rileggervi le cronache…i segnali erano ben chiari, solo che la maggioranza delle persone non vuol vedere o capire……maggioranza che diventera’ ben presto sparuta in quanto, pian piano, sostituita, suo malgrado, da generazioni di nuovi “italiani”…..