Le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) del gruppo Dana di Reggio hanno firmato una lettera in solidarietà con le operaie della Manifatture di San Maurizio, che nelle scorse settimane hanno scioperato denunciando le condizioni di lavoro imposte nello stabilimento dell’azienda reggiana controllata da Max Mara Fashion Group.
“Caro direttore,
le scriviamo per portare il nostro punto di vista in quello che a nostro avviso è uno degli eventi politici più importanti degli ultimi anni a Reggio. Le reggiane e i reggiani dovrebbero ringraziare le operaie di Manifattura San Maurizio che hanno scioperato per denunciare condizioni di lavoro ritenute inaccettabili. Lo diciamo subito, noi crediamo alla loro denuncia: per nostra esperienza non avrebbero mai scioperato se non fossero vere le condizioni che hanno reso pubbliche.
Scioperare non è mai una scelta facile, non solo per la perdita di salario. Quando si denunciano pubblicamente i ritmi di lavoro pesanti nella propria azienda, le pressioni psicologiche e le offese di capetti e responsabili, si è consapevoli che l’ambiente di lavoro il giorno dopo lo sciopero potrebbe non essere più lo stesso, perché l’azienda e i capi attaccati di solito non ti dicono grazie, di solito non se ne dimenticano.
Le operaie in sciopero hanno strappato il velo di ipocrisia che nella nostra città maschera una realtà nota quasi a tutti: evidentemente dietro al marchio blasonato si nasconde una condizione di malessere lavorativo che negli ultimi decenni non ha trovato visibilità pubblica. In questi giorni i media locali si stanno riempiendo di lettere ossequiose nei confronti del potere economico di questa città, impregnate di servilismo cortigiano, da parte di politici, professionisti e associazioni, che sono un’offesa alla realtà e alle donne che hanno scioperato.
Per scioperare serve sempre coraggio, per scioperare a Max Mara probabilmente ne serve ancora di più, la maggioranza dei reggiani che ci ha lavorato lo sa. Per scioperare serve la dignità e il coraggio di chi, non avendo alcun potere, si ribella consapevole delle conseguenze, che è l’opposto della subalternità di chi ruffiana il potere sperando di ingraziarselo. Scioperare in un’azienda in cui non lo si faceva da 40 anni ha un valore storico, noi lo capiamo.
Gentile direttore, secondo lei Reggio Emilia se n’è resa conto? In questi giorni il dibattito politico si è spostato sulla reazione ritorsiva nei confronti dell’intera città, cioè la cancellazione del progetto ‘Polo della Moda’. Noi invece pensiamo che le istituzioni, la politica, la società civile ma soprattutto l’azienda non possano essere sorde alla denuncia delle operaie che, insieme alla Filctem Cgil, hanno scioperato. Quelle operaie non vanno lasciate sole, non vanno silenziate. La Cgil è con loro. Le Rsu del Gruppo Dana sono con loro.
Gentile direttore, infine vorremmo rivolgerci direttamente alle colleghe che hanno scioperato, da operaie e operai a operaie: la dignità e il coraggio che avete dimostrato sono uno schiaffo all’ipocrisia, un lampo di scomoda verità, un insegnamento a tutte e tutti noi. Vi diciamo ‘grazie’. Noi siamo con voi. La nostra voce sarà la vostra voce”.







Una domanda: perché il Sig. Maramotti non parla con i propri dirigenti responsabili del personale,e cerca di capire cosa ha portato le lavoratrici a protestare? Se c’è un disagio,bisogna cercare di trovare una soluzione. Personalmente penso che sarebbe molto triste se passasse il concetto: o mi fate fare quello che voglio ,o altrimenti vado a investire da altre parti…
Caro sindacato dove eravate prima ???, e facile fare il sindacalista,provate a fare gli imprenditori,poi vediamo i
Purtroppo della cgil non riesco a fidarmi dopo le parole del suo leader sulla rivolta sociale no riesco piu ad essere obiettivo.
Non credo ad una sola parola delle operaie, lavoro per questa azienda da 27 anni e sono onorata e orgogliosa di aver fatto parte di questa famiglia per 27 anni. Lavoro da 44 anni e non cambierei questa azienda con nessuna esperienza lavorativa precedente.
Non credo alle affermazioni delle operaie che hanno scioperato, e la maggior parte delle altre operaie si è schierata dalla parte dei Maramotti, a conferma della mia opinione.
Nel contesto generale, a volte posso pensare che ci siano persone che rappresentano l’azienda e che non sono all’altezza di rappresentarla adeguatamente e purtroppo a loro insaputa; questo sì, questo posso pensarlo. Tuttavia, la famiglia Maramotti e le figure aziendali di mia conoscenza, mi hanno sempre dimostrato il massimo rispetto ed educazione verso le persone che lavorano per l’azienda. Credo che il sindacato che rappresenta queste operaie abbia ingigantito e gonfiato alcune situazioni che avrebbero potuto essere gestite in maniera più adeguata.
Non c’è il due senza il tre questo è il fallimento politico delle fiere di Reggio Emilia avanti così che va bene continuiamo così
La Cigl fa zizzania
Avanti a testa alta, il marciume della ditta deve venir fuori e maggiore dignità lavorativa alle signore operaie.
Se è vera l’esistenza delle condizioni di lavoro denunciate, le RSU dove sono state fin’ora e perché fare la denuncia dopo l’approvazione del consiglio comunale? Se non è politica sporca questa..
Tutto pur di farsi pubblicità infischiandosene dello sviluppo e dei posti di lavoro. È uno schifo. Lo
Grazie per il coraggio dimostrato. Il servilismo è per i codardi poco o nulla intelligenti.
È da anni che si sentono in giro voci negative sull’ambiente lavorativo alla max Mara certi personaggi non facciano gli ipocriti. Le operaie meritano rispetto per il coraggio dimostrato
Codardi immorali i sindacalisti che a scapito dei lavoratori assumono posizioni a loro esclusivo vantaggio.