Reggio. Piazze Gioberti e Roversi, sì ai progetti

La giunta comunale ha approvato stamani i progetti esecutivi per la riqualificazione delle piazze Gioberti (detta anche ‘della Guglia’) e Roversi (nota anche come ‘del Cristo’), nell’ambito del progetto nazionale Ducato Estense, realizzato attraverso un bando promosso dal ministero per i Beni e le attività culturali-Turismo (Mibact) per la valorizzazione storico-architettonica, culturale e turistica delle città estensi di Ferrara, Modena e Reggio Emilia oltre che della Garfagnana.

Un bando che ha riconosciuto a Reggio Emilia – la convenzione è stata sottoscritta di recente dal sindaco Luca Vecchi – un finanziamento di 14 milioni di euro. Per la riqualificazione delle due piazze il volume dell’investimento è di oltre 1,5 milioni di euro.

 
L’approvazione delle due delibere relative ai progetti consente all’Amministrazione comunale di procedere nelle prossime settimane alla pubblicazione delle gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori.

 
"E’ un passaggio di grande rilievo per la qualità urbana e la storia della nostra città – dice il sindaco Luca Vecchi – Ci conforta la qualità della progettazione, che è stata realizzata da professionisti reggiani di comprovate competenza ed esperienza ed è stata sottoposta al vaglio e all’approvazione vincolanti della Sovrintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio e all’analisi, con esito positivo, della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio. L’approvazione avviene inoltre dopo le presentazioni a residenti e operatori commerciali che vivono e lavorano nella zona interessata dalle riqualificazioni. L’Amministrazione comunale si è già detta, impegnandosi anche in Consiglio comunale, disponibile a svolgere altre presentazioni pubbliche, continuando a porsi nell’ottica dell’ascolto e a proseguire il confronto con i cittadini e i comitati, con particolare attenzione anche al tema dell’istituzione e del rispetto delle Zone 30.
 
"Le piazze Gioberti e Roversi – prosegue il sindaco – sono spazi di spiccata simbolicità e appartenenza storica di Reggio Emilia, che il Comune decide oggi di far rinascere, con un rilevante investimento sul centro storico, ridonando loro la dignità e la bellezza di luoghi vivibili e attrattivi, liberandoli dall’asfalto, da un traffico spesso aggressivo e disordinato, da una confusa presenza di funzioni, da una scarsa e a volte insicura fruizione da parte dei cittadini. Gli stessi edifici di grande pregio storico e architettonico che si affacciano su queste piazze riceveranno il giusto risalto, grazie alle nuove pavimentazioni e agli assetti di arredo urbano che si introducono. In definitiva si avrà un miglioramento notevole della qualità urbana rispetto all quadro indifferenziato di oggi e si avranno luoghi a disposizione della comunità, come Reggio Emilia merita, nella memoria di quella che fu la cosiddetta Passeggiata estense settecentesca che dal palazzo Ducale conduceva alla Reggia di Rivalta: un ‘sistema’ urbano che oggi appartiene ai reggiani e che, riconosciuto dal Mibact anche nella validità dei nostri progetti, ci ha consentito di ottenere un importante finanziamento nazionale.
 
"Le esperienze di riqualificazione di questi anni – conclude il sindaco – e qui mi riferisco alle piazze Fontanesi e Casotti, Scapinelli e della Legna, Martiri del 7 Luglio, della Vittoria e Prampolini, sino a piazzale Europa che inaugureremo a breve, ci dicono che laddove migliora la qualità urbana migliorano, contemporaneamente, il valore dell’offerta ai cittadini in generale, la loro frequentazione e l’occasione di scambio e di incontro".
 
La riqualificazione delle piazze Gioberti e Roversi rientra nel programma di valorizzazione dell’antica passeggiata estense – da piazza Gioberti alla Reggia di Rivalta, lungo la direttrice corso Garibaldi, via Ariosto (aperte nel Cinquecento) e viale Umberto I (realizzato nel Settecento) – finanziato complessivamente dal Mibac per 5 milioni di euro (oltre ad altri 9,5 milioni per il recupero della Reggia e del parco di Rivalta e del Mauriziano).
 
L’intervento sulle due piazze costituisce infatti un primo step del più ampio recupero urbano finalizzato, nella logica di un percorso storico-artistico-culturale, a riconnettere la città storica alla Reggia di Rivalta estendendo l’Effetto Città, a valorizzare edifici pubblici di grande importanza e pregio artistico ed architettonico quali la Basilica della Ghiara, il palazzi Ducale di città oggi sede della Prefettura, palazzo delle Bonifiche e palazzo Magnani, la chiesa del Cristo; e privati quali i palazzi Manenti-Trivelli, Rangone, Agliati, Parisi-Manfredini, edifici del bastione di porta Castello. A questi vanno aggiunti manufatti – obelischi, fontane – di pregio storico-architettonico installati lungo il percorso.

 
Il progetto di riqualificazione delle piazze interviene sulle pavimentazioni, l’illuminazione, il verde e l’arredo urbano con l’estensione delle aree pedonali e il recupero – attraverso la collocazione di due fontane – del tema dell’acqua che è fortemente legato a corso Garibaldi, in quanto ex alveo del torrente Crostolo.
 
Le piazze riqualificate potranno ritrovare la dignità e qualità recuperate in anni recenti da un’altra piazza sullo stesso percorso estense, quella intitolata al 24 Maggio e nota anche come piazza della Legna e da altri tratti della Passeggiata storico-monumentale (l’asse in questo senso più significativo, dopo la Via Emilia) riqualificati come corso Garibaldi, via Ariosto, il tratto di viale Umberto primo nel tratto fra via Mameli e via Asioli, piazza Lepanto.
 
In entrambi i casi, pur non venendo limitato l’accesso al traffico veicolare di attraversamento, la mobilità delle piazze Gioberti e Roversi verrà riordinata per ridurre le criticità causate dall’attuale commistione dei flussi e garantire una migliore fruibilità da parte dei cittadini, che potranno così riappropriarsi di questi luoghi, in condizioni di sicurezza. Particolare attenzione verrà dedicata alla fruibilità collettiva e ai diversamente abili con l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’introduzione di percorsi guida per ipovedenti e non vedenti e l’estensione delle aree pedonali. Il progetto è stato studiato con la collaborazione del Centro regionale di informazione sulle Barriere architettoniche (Criba).
 
La scelta dei materiali, così come i criteri progettuali e realizzativi, è volta a generare coerenza e omogeneità di stile lungo la Passeggiata. Gli interventi e i materiali proposti completano il lavoro fin qui eseguito dall’Amministrazione per l’ambito della Città storica.
 
La superficie della piazza, fino all’altezza di via Santa Liberata, sarà lastricata con binderi di pietra di Luserna, materiale ‘storico’ utilizzato nelle pavimentazioni del centro storico, per conferire alla superficie una trama uniforme e una maggiore ‘luminosità’ e ‘respiro’ allo spazio.
 
Viene riconfigurato l’ambito dell’Obelisco (monumento dedicato a re Vittorio Emanuele II), che sarà totalmente ridisegnato attraverso l’inserimento di una fontana di forma ellittica, in realtà una sorta di ‘specchio’, di ‘velo d’acqua’ di 3 centimetri, che richiama l’impianto storico dei primi anni del Novecento e ‘cita’ l’antico corso del Crostolo. La forma ellittica permetterà di ‘assorbire’ tutte le disomogeneità geometriche e prospettiche dell’area. La fontana sarà realizzata con un bordo ‘a sbalzo’ sulla pavimentazione, costituito dalla giustapposizione di conci in graniglia di marmo e cemento e l’introduzione di una seduta architettonica al centro della piazza.

 
Da un punto di vista funzionale, la piazza manterrà l’assetto viabilistico attuale, riservando il lato est al transito veicolare e preservando i collegamenti fra via Guasco e via Santa Liberata. Il resto dello spazio sarà pedonale e delimitato con paletti dissuasori, per consentire così una fruibilità lenta e sicura dello spazio e consentire la collocazione di distese. Si procederà alla rimozione di tutti i posti auto presenti attualmente sul sedime della piazza: i taxi saranno delocalizzati sul tratto ovest di corso Garibaldi mediante il ridisegno del marciapiede, mentre le due postazioni per auto elettriche saranno delocalizzate in altro tratto del corso. Solo due parcheggi temporanei di carico e scarico saranno consentiti, in postazione defilata, sullo stesso sedime della piazza.
 
Naturale prolungamento del corso Garibaldi, di cui mantiene più o meno le dimensioni in larghezza, piazza Roversi non si configura oggi come una piazza, ma come uno slargo veicolare.
 
La nuova configurazione dell’area permetterà di sottrarre questo spazio al protagonismo del traffico veicolare per renderlo un luogo di vita per le persone, attraverso la riduzione delle carreggiate e il loro spostamento sul lato sud della piazza, così da liberare l’area prospiciente palazzo Rangone. Qui infatti, verranno collocati uno specchio d’acqua, a memoria dell’alveo del Crostolo che vi transitava, e un’area alberata caratterizzata da 14 lecci potati a tetto per formare un pergolato dedicato all’incontro e alla sosta delle persone. Sul lato opposto, a sud della piazza, verranno piantati 2 nuovi tigli posti ai bordi delle due isole pedonalizzate, riprendono il filare esistente in Corso Garibaldi.
 
La pavimentazione in pietra di Luserna che caratterizzerà la piazza permetterà di valorizzare l’unitarietà dello spazio e conferire identità al luogo riunendo attorno a sé le scene architettoniche che la delimitano, attraverso la presenza di edifici di pregio.
 
Il nuovo sistema di illuminazione, che sostituirà quello attuale applicato grossolanamente agli edifici storici, è finalizzato a creare una scena notturna con un’illuminazione di fondo su cui impostare le accentuazioni dedicate a valorizzare la facciata della chiesa del Cristo, la zona del pergolato e la superficie dello specchio d’acqua con corpi illuminanti a bassissimo consumo energetico.
 
I tracciati pedonali e veicolari saranno delimitati da porzioni di piazza leggermente sollevate. Ma sull’intera superficie della piazza sarà privilegiata la mobilità pedonale e/o ciclabile e il traffico veicolare (pubblico e privato) transiterà a passo d’uomo. Le fermate dei mezzi pubblici, concordate con l’Agenzia per la Mobilità di Reggio Emilia, sono spostate dal centro della piazza al suo limite ovest, in prossimità dell’inizio di corso Garibaldi, sfalsate tra di loro e protette dalla sede stradale.
 
I tre esemplari di Taxus baccata presenti al margine della piazza verso via Ariosto e le piante di Bosso saranno espiantati e conservati, ricollocandoli in un’altra zona idonea della città.
 Piazza Gioberti trova la sua genesi morfologica con la deviazione del torrente Crostolo avvenuta agli inizi del XIII secolo e per l’abbattimento nel 1842 dell’isolato Guaschi "per lasciare posto ad uno spazio aperto e arioso".
 
Allora era denominata piazza Adelgonda, in onore della principessa di Baviera neosposa, proprio in quell’anno, del principe ereditario Francesco V d’Este, per le cui nozze fu eretto l’obelisco che ancora si vede. Il luogo fu scelto perché prossimo al Palazzo del Governatore, residenza ducale estense.
 
Dal 1859, dopo la caduta degli Estensi, la piazza è dedicata a Vincenzo Gioberti. Nel 1882 l’obelisco venne consacrato ai primi Martiri della Libertà, i primi caduti del Risorgimento Italiano.
 
Fino ai primi anni del Novecento la piazza presentava una superficie completamente piana,costituita da acciottolato,senza definizioni dei percorsi.
 
Le successive trasformazioni avvengono negli anni Sessanta,mediante la definizione della carreggiata stradale e dei marciapiedi,realizzati rispettivamente in bitume e sampietrini in porfido rosso.
 
Negli anni ’90 vengono riqualificati e allargati i marciapiedi utilizzando la Pietra di Luserna configurando,di fatto,lo stato attuale della piazza.
 
L’area di sedime dell’obelisco,dal 1842 ad oggi,ha subito alcune trasformazioni: la prima, di fine ottocento, costituita da una delimitazione a forma quadrata con balaustra in ferro e quattro lanterne angolari;una seconda agli inizi del 900 ove si modifica l’ambito attraverso un’aiuola a forma ellittica,ripresa nell’ultimo intervento risalente agli anni Sessanta,in cui viene bordata l’area verde con un marciapiede quadrangolare mistilineo.
 
Su piazza Roversi prospettano edifici di pregio storico architettonico tutelati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio ed edifici di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale o testimoniale tutelati dagli strumenti urbanistici comunali.
 
L’attuale oratorio del Cristo sorse nel 1761 ad opera dell’architetto Giovan Battista Cattani detto Cavallari, a cui si deve anche la facciata della Basilica di San Prospero. Sorse in sostituzione di un edificio più antico, detto chiesa del Crocefisso della Ghiara, costruito nel 1.700 dal capomastro reggiano Biagio Cugini, in cui si venerava un affresco con il crocefisso presente sul muro esterno della casa adiacente. Ritenuta immagine miracolosa durante la peste del 1630, fu staccato e riposto all’interno del piccolo oratorio. La lettura planimetrica fa supporre che, nel ricavare lo spazio per l’oratorio barocco, sia stata attuata una rotazione dei vani antecedenti probabilmente per trasformare l’oratorio stesso nel fulcro fondale del corso della Ghiara e dell’attuale piazza Roversi. L’edificio attuale è frutto di un restauro eseguito alla fine degli anni Ottanta ed è oggi adibito al culto ortodosso.
 
La fondazione del palazzo Rangone si può far risalire alla seconda metà del XV Secolo, quando la famiglia Scaioli venne autorizzata a demolire alcune case prospicienti il corso per costruire il proprio palazzo. Per tutto il XVI Secolo rimase di proprietà di quella famiglia e vi fu un rinnovamento, che la tradizione attribuisce all’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, uno dei grandi maestri del Rinascimento. Nel 1622, con l’aggregazione di alcune casette limitrofe, il palazzo assume probabilmente l’attuale consistenza. Alla sistemazione del Vignola si devono le due ali laterali sorte come ampliamento tipico anche di altri edifici della zona. L’edificio attuale presenta una facciata sobria con portali a tutto sesto ornati da bugnato, cornicioni, mensole e basamento a stucco e plafoni affrescati del XVIII Secolo.
 
Palazzo Parisi ora Manfredini, d’angolo tra via Sant’Agostino e via Ariosto nel suo aspetto attuale è riconducibile a un rifacimento ottocentesco, ad opera della famiglia Parisi, proprietaria del fabbricato fin dal XVI secolo. La facciata ricca di stilemi tipici dell’epoca è caratterizzata dalla suggestiva testata su piazza Roversi. Nel corso del XVIII Secolo l’edificio ospitò la residenza del Podestà in attesa del completamento della nuova sede, che si stava costruendo di fronte alla basilica della Ghiara, attualmente sede della Provincia e della Prefettura, appunto il palazzo Ducale.
 
Gli isolati con edifici prospicienti il lato nord di piazza Roversi sorsero in epoca medievale in quel ‘Borgonuovo’ cresciuto intorno alla chiesa Bizantina di Sant’Apollinare, ora Sant’Agostino. Formati prevalentemente da schiere di modeste dimensioni, questi isolati si attestano su piazza Roversi con edifici di interesse testimoniale e storico-culturale, principalmente i due edifici a corte posti ai lati di via Antignoli. Nel corso del XVIII secolo essi sono stati oggetto di interventi di sopraelevazione o di restauro, in particolare palazzo Rinaldi fu rimaneggiato nel 1857 su progetto dell’architetto Antonio Messori.