“Chissà quante cose si potrebbero fare a Reggio se l’opposizione la smettesse di dire che Reggio è una città insicura, brutta”: parole di Matteo Iori, presidente del consiglio comunale di Reggio, pronunciate martedì 23 settembre in Sala del Tricolore durante un evento istituzionale, la presentazione del libro “80 anni di Consiglio comunale a Reggio Emilia. La democrazia e la storia della città”, a cura di Istoreco.
Una frecciata all’opposizione che è sembrata fin da subito una nota stonata sia per il contesto in cui è stata lanciata, sia per il ruolo istituzionale ricoperto da chi ha pronunciato quelle parole.
E infatti le critiche non si sono fatte attendere: per il consigliere comunale e deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, Iori “è incommentabile: […] si è permesso di fare un attacco politico davanti a tutte le autorità presenti in quello che doveva essere un giorno di festa”.
A quel punto i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Lega e Coalizione Civica hanno deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta.
“Chiaramente non sono rimasto in Sala del Tricolore ad ascoltare una rivisitazione dell’attualità che offende i cittadini reggiani che ogni giorno vivono una Reggio non certo ‘sicura e bella’”, ha spiegato Vinci: “Sarebbe stato bello ascoltare da lui anche la frase: ‘Chissà quanto si potrebbe fare se la maggioranza Pd sapesse governare Reggio’, ma chissà come mai non l’ha detta”.
Per Roberto Salati (Lega), Alessandro Aragona (Fratelli d’Italia) e Fabrizio Aguzzoli (Coalizione Civica) “doveva essere un momento istituzionale, dedicato alla memoria storica e alla valorizzazione dell’attività e dell’importanza del consiglio comunale di Reggio per un sano confronto democratico, ma si è trasformato in un episodio politico controverso”.
“Il controllo sull’operato dell’amministrazione comunale ed eventualmente la critica”, hanno osservato i tre partiti, “rientra in pieno nella corretta attività di vigilanza e di controllo che è chiamata a svolgere l’opposizione in un qualsiasi contesto politico, condizione necessaria perché possa esistere una sana democrazia. L’episodio ha fatto detonare di fatto una situazione di acceso conflitto tra maggioranza e opposizione, già pesantemente minato dalla frequente mancanza di risposte agli accessi agli atti e alle interrogazioni dell’opposizione da parte dell’amministrazione, che si trascina da anni”.
“Pertanto la sollecitazione da parte del presidente del consiglio Iori, esponente della maggioranza, di limitarne e condizionarne l’attività per avere una maggior condivisione, suona come un’imposizione di censura al contraddittorio e una volontà di richiamo al ‘pensiero unico’ caratteristico di questa amministrazione. Il tutto senza che l’opposizione abbia avuto possibilità di replica, in un contesto che sarebbe dovuto restare super partes”.
Insomma: “Era un evento istituzionale, non un confronto politico”, è la posizione espressa dai gruppi reggiani di opposizione, che hanno bollato come “inopportuno e fuori luogo” il tono e il contenuto dell’intervento del presidente. L’uscita dall’aula “è avvenuta in segno di dissenso, per rimarcare la necessità di rispetto dell’equilibrio istituzionale in occasioni ufficiali e celebrative”. Il gesto, hanno concluso Salati, Aragona e Aguzzoli, “ha sollevato discussioni anche tra il pubblico presente, con opinioni divise sul confine tra tutela della democrazia e della minoranza rappresentata in consiglio e sull’imposizione di autonomia decisionale arbitraria attuata dalla maggioranza”.







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