Reggio, il caso dell’evento “Infanzie e adolescenze trans” al Gattaglio finisce in Parlamento

Gianluca Vinci davanti al Parlamento a Roma – FB GV

L’iniziativa “Infanzie e adolescenze trans”, organizzata lo scorso 15 maggio al centro sociale Gattaglio di Reggio dall’associazione GenderLens nell’ambito del progetto “Supercultura”, finisce in Parlamento: lo fa con un’interrogazione a risposta scritta alla ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e al ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara presentata dal deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci.

L’iniziativa, che ha proposto attività per il supporto ai bambini e alle bambine transgender nelle scuole e in famiglia, e che ha visto la presentazione di una “guida” di GenderLens per genitori, insegnanti e professionisti dell’educazione su cosa fare (o non fare) a casa, a scuola e in altri contesti sociali “per riconoscere il diritto di ogni bambino e di ogni bambina a vivere serenamente la propria identità”, godeva del patrocinio del Comune di Reggio.


Secondo quanto riportato da Vinci nel testo dell’interrogazione, “l’iniziativa è stata da più parti criticata evidenziando come il progetto sia il frutto di una visione ideologica, controversa e divisiva in contrasto con le priorità dei cittadini”. A parere del deputato reggiano, inoltre, “l’attuazione di misure volte a orientare i comportamenti degli adulti verso la strutturazione e la consapevolezza della personalità dei bambini e delle bambine e ad analizzarne gli atteggiamenti per definirne le scelte della crescita emotiva e sociale non possono essere oggetto di iniziative meramente culturali e gestite da associazioni di privati, ma dovrebbero rientrare in contesti a ogni modo afferenti alle competenze pubbliche sopra enunciate e seguirne la relativa disciplina pubblica di attuazione compartecipata”.

Il parlamentare reggiano ha quindi chiesto ai ministri Roccella e Valditara “se siano a conoscenza del progetto” in questione e se “intendano intraprendere le iniziative necessarie atte a verificarne l’effettiva compatibilità con le norme sulla tutela dei diritti e del benessere dell’infanzia, la cui disciplina primaria fa capo allo Stato”.