Nel pomeriggio di mercoledì 14 maggio gli agenti della squadra mobile della Questura di Reggio hanno rintracciato e arrestato un uomo di 53 anni, originario del Crotonese, che in quel momento si trovava al lavoro in un cantiere a Modena. L’arresto è scattato per il passaggio in giudicato della sentenza emessa dalla Corte d’appello di Bologna nell’ambito del processo “Perseverance”.
L’uomo, amministratore di una cosiddetta “società cartiera”, è stato riconosciuto colpevole del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, commesso – secondo la sentenza – per agevolare la ‘ndrangheta emiliana: la società gestita dal 53enne, infatti, nell’arco di due anni aveva emesso fatture per un imponibile pari a 166.000 euro a favore di società riconducibili a elementi di spicco del sodalizio criminale ‘ndranghetista, anch’essi poi coinvolti nello stesso procedimento penale.
Nel corso delle indagini è emerso come il profitto del reato venisse prevalentemente spartito tra gli associati all’organizzazione criminale di stampo mafioso, compresi quelli detenuti. In virtù di quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Bologna, per l’uomo si sono aperte le porte della casa circondariale di Reggio, dove dovrà scontare la pena di cinque anni di reclusione.







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