Non si placa la diatriba sul progetto “Paradise Street” del servizio sociosanitario per persone tossicodipendenti “Open Day”, aperto da qualche settimana in via Paradisi a Reggio con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vivibilità del quartiere affrontando le situazioni di grave marginalità presenti nella zona.
A fine luglio l’assessora alla cura delle persone del Comune di Reggio Annalisa Rabitti ha pubblicato un video per cercare di fare chiarezza e spiegare meglio di cosa si trattasse.
“In questi giorni – ha detto l’assessora – sono state dette tante cose sullo sportello ‘Open Day’, aperto alcune settimane fa in zona stazione. Io volevo solo ricordare che cos’è questo progetto. È uno sportello a bassa soglia, realizzato in collaborazione con l’Asl di Reggio e la cooperativa Papa Giovanni, che ha lo scopo di accogliere persone che sono in grave marginalità e che hanno bisogno di aiuto, che possono essere accolte da educatori, da personale sociosanitario per provare a realizzare un aggancio verso i servizi, per avere informazioni sulle opportunità, per essere accolti, anche avere un momento in cui potersi sdraiare, calmare, e anche togliere dalla strada. Quindi non è un luogo in cui le persone possono fare uso di stupefacenti, non viene distribuito materiale sterile, ma è un luogo veramente di accoglienza sociale”.
All’assessora Rabitti ha risposto il gruppo di cittadini Re.Re – Rete residenti quartiere stazione, per bocca di Federica Ferretti: “Assessore, grazie per la precisazione. Ma come residenti abbiamo capito benissimo il senso di Paradise Street: un luogo che può dare ristoro a chi usa sostanze al pomeriggio, dal lunedì al venerdì e al sabato mattina! Sappiamo anche che in altre fasce orarie possono andare in via Bocconi per ristoro e aggancio. Poi c’è l’ambulatorio infermieristico in viale IV novembre un pomeriggio a settimana. Poi c’è UP che in diversi punti nel quartiere offre sostegno e servizi. Poi ci sono diverse associazioni di volontariato che distribuiscono pasti in diverse giornate. Poi c’è la Caritas che distribuisce anche pacchi e prodotti. Tantissimi servizi promossi o finanziati dal Comune di Reggio. Ma se gli orari di ‘copertura’ di tutti questi servizi possono dare un po’ di respiro al quartiere, restano almeno altre 18 ore al giorno in cui la ‘vita’ si svolge per le strade, nelle aiuole, nei passaggi pedonali… e allora non si può andare alla Coop a piedi passando da via Vecchi senza passare tra persone che tranquillamente fumano, bevono, sporcano, spacciano, urlano”.
“Quindi, assessore, noi cittadini forse avevamo capito il senso del potenziamento di Paradise Street, luogo peraltro già aperto per servizi a bassa soglia, solo potenziato! Ringraziamo comunque per la sua precisazione e per l’enorme dispiegamento economico per servizi socio-sanitari nel nostro quartiere, che non riteniamo sia una priorità da potenziare. La maggior parte di chi usa sostanze se vuole ha la possibilità di accedere alle cure, anche chi è irregolare. Crediamo di aver bisogno che sia ripristinata la legalità per non avere lo spaccio quotidiano in ogni strada del quartiere. Di poter uscire liberamente per strade pulite e di poter vivere il quartiere”.
Un suggerimento, prosegue la Re.Re – Rete residenti quartiere stazione, “potrebbe essere quello di investire perché venga rispettato il vostro Regolamento di polizia urbana e per la civile convivenza che avete approvato nel 2018: vivi come vuoi, ma non sputi per terra, non adibisci a dimora temporanea aree pubbliche o private, non consumi alimenti e bevande in luoghi pubblici senza pulire, non soddisfi i bisogni corporali fuori dai luoghi a ciò destinati, non pratichi attività che arrecano pericolo alle persone in strade, piazze e marciapiedi, non bivacchi, mangi, bevi o dormi in forma indecorosa su suolo pubblico…”.
Poi l’invito finale: “Speriamo di aver aiutato anche lei a capire meglio; ma, se vuole, un pomeriggio, dopo la chiusura di Paradise Street, andiamo insieme a piedi alla Coop partendo da piazzale Marconi”.







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