Cresce l’età media dei titolari delle piccole e medie imprese reggiane.
Gli “over 50”, che nel giugno del 2011 rappresentavano il 44,3% dei titolari delle ditte individuali reggiane, dopo dieci anni hanno infatti raggiunto una quota pari al 52,7%.
In termini assoluti, a giugno 2020, le piccole aziende reggiane condotte da imprenditori ultracinquantenni sono 14.705, mentre erano 14.210 due lustri fa. La differenza numerica sembra di scarsa rilevanza (+495 unità), sottolinea l’Ufficio Studi della Camera di Commercio, ma occorre tener presente che nel medesimo periodo le imprese individuali della provincia hanno registrato una flessione del 12,9% passando da 32.043 a 27.923 unità.
L’aumento riscontrato è da attribuire ad una crescita delle imprese individuali i cui imprenditori rientrano nella fascia di età compresa fra i 50 e i 69 anni, mentre sono in flessione quelle condotte dagli “over 70”, ad eccezione della classe degli ultranovantenni che, con un aumento del 42,5% in dieci anni, hanno raggiunto le 161 aziende nel 2020, il 90% delle quali appartenenti al settore agricolo.
Contemporaneamente è quindi diminuita la componente giovanile nell’imprenditoria individuale reggiana. In dieci anni si sono perse più di 1.700 imprese individuali condotte da “under 35”, che oggi rappresentano l’11,6% del totale rispetto al 15,5% del 2011; la quota percentuale delle ditte con un titolare di età compresa fra i 35 e i 49 anni, a giugno 2020, è invece scesa al 35,8% (era il 40,2%) con una diminuzione di oltre 2.800 imprese.
Incrociando i dati delle attività economiche con la classe di età del titolare d’impresa individuale è interessante notare l’evoluzione registrata dalla piccola imprenditoria reggiana negli ultimi dieci anni.
L’agricoltura è ancora il settore che assorbe la quota maggiore di imprese condotte da ultracinquantenni del comparto: era l’80,7% nel 2011, ora è l’81,6%; si riduce di quasi due punti e mezzo percentuali, in dieci anni, il peso percentuale della classe di età da 35 a 49 anni (da 16,1% a 13,7%), mentre aumenta quello degli “under 35”, passato dal 3,2% al 4,7%.
Cresce anche la quota di ditte individuali del settore edile condotte da over 50, passata da 25,5% a 39,6% del giugno 2020; per contro si dimezza, scendendo da 25,6% a 12,4%, quella dei titolari più giovani.
In aumento anche i titolari ultracinquantenni delle imprese individuali che svolgono attività di supporto alle imprese, che ora rappresentano il 50,6% del comparto a fronte del 40,3% del 2011; stazionaria, e pari a poco più del 13%, la quota di imprese condotte da giovani.
Perdono poi appeal, fra gli imprenditori di età compresa fra i 18 e 35 anni, sia le attività del manifatturiero (la quota di giovani titolari di ditte individuali diminuisce di tre punti percentuali scendendo all’attuale 10,1%) che il commercio (da13,8% a 11,6%). Gli under 35 preferiscono dedicarsi, in modo particolare, ai servizi rivolti alla persona e, in parte, alla filiera turistica.







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CISL CHI?
Vergognatevi, sindacato del governo. Che penosa fine!
CISL vergognosa