Reggio. Centri estivi, i sindacati chiedono un confronto alla Provincia

bambini_parco

L’apertura dei centri estivi per bambini e ragazzi è ormai prossima. Un’apertura che da sempre a Reggio Emilia è un importante e qualificato supporto per le famiglie e che dovrebbe consentire ai più piccoli il riappropriarsi di quegli spazi di socialità ed esperienza che necessariamente sono mancati in questi mesi. Oltre a configurarsi in questo momento come “banco di prova” per la riapertura delle scuole a settembre.
Parliamo di attività che hanno una lunga tradizione sul nostro territorio, che quest’anno, però, esigono particolari attenzioni per poter corrispondere ai bisogni dei ragazzi e insieme tenere conto di un contesto ancora a rischio dal punto di vista sanitario.

Proprio per queste ragioni Cgil Cisl Uil chiedono un confronto, a livello provinciale, che coinvolga tutti i comuni, con l’obiettivo di condividere principi e criteri che regolino in modo omogeneo il funzionamento dei centri estivi, garantendo elevati standard di qualità e di sicurezza.
In una fase cruciale come quella odierna le Organizzazioni sindacali ritengono inopportune accelerazioni o decisioni “in solitaria” da parte dei singoli comuni, poiché si rischia di produrre una frammentazione sia nella qualità del servizio sia nel sistema di tutele di utenti e operatori.

“Sollecitiamo la Provincia, da cui abbiamo già ricevuto la disponibilità ad aprire un confronto – fanno sapere le tre sigle sindacali – nella consapevolezza che i centri estivi sono un universo variegato, dove si possono trovare offerte di grande qualità, ma si devono anche evitare gestioni superficiali e forme di lavoro non contrattualmente garantite, ora più che mai”.

“Mai come quest’anno servono indicazioni precise e non eludibili, che ci si attendeva dalla Regione Emilia Romagna, così come è stato fatto per la riapertura di altre attività. – continuano Cgil Cisl Uil provinciali – E’ apprezzabile pertanto che la Regione, dopo aver elaborato un protocollo sull’apertura dei centri estivi deludente, stia provvedendo a sanare alcune delle criticità/lacune rilevate dai sindacati, accogliendone le proposte emendative”.

“Chiediamo garanzie sui dispositivi di protezione adeguati, sul rispetto della normativa riguardante igiene e sanificazione, misurazione della temperatura in ingresso: misure importanti a basso costo, già previste in altri protocolli, utili a garantire lavoratori, bambini e ragazzi, genitori”.

Cgil Cisl Uil sottolineano anche due ulteriori aspetti suscettibili di miglioramento, in particolare:
Il personale: per garantire alta qualità del servizio i soggetti promotori dovrebbero valutare l’opportunità di utilizzare anche educatori qualificati che in questi mesi, con la chiusure delle scuole, sono stati sospesi dal lavoro considerando anche che la copertura degli ammortizzatori sociali sta per finire. Si potrebbero ipotizzare, come proposto anche a livello regionale, forme di incentivazione economica per quei gestori che scelgano di avvalersi di questo personale qualificato, valorizzando il loro lavoro in un’ottica di maggiore attenzione a bambini e adolescenti.

– Le rette: è necessaria massima attenzione al tema delle rette affinché l’aggravio di costi derivante dalle necessarie misure di sicurezza non si scarichi sulle famiglie, già duramente provate dalla crisi, quindi è necessario che Stato, Regione e Comuni stanzino gli opportuni fondi attraverso il bando conciliazione, il bonus baby sitter convertibile per i centri estivi e le ulteriori risorse del fondo nazionale centri estivi che ci si aspetta arrivino dal Governo. Tali risorse dovrebbero essere sufficienti a garantire un servizio di qualità per i bambini, sostenibile economicamente per le famiglie.

“In attesa di più esaustive e puntuali disposizioni dalla Regione – concludono le confederazioni sindacali – ribadiamo la necessità di aprire un dialogo anche a livello locale, affinché in questa fase ancora estremamente delicata dal punto di vista sanitario i comuni si facciano garanti dei servizi per i più giovani, qualunque sia il soggetto gestore, esigendo il rispetto del lavoro, della salute e sicurezza di tutti. Per la necessaria tranquillità delle famiglie e della comunità”.