L’iscrizione nel registro degli indagati dei tre agenti coinvolti nella vicenda di Claudio Citro, l’uomo morto lo scorso 15 settembre dopo essere stato fermato dalla polizia a Massenzatico con l’uso del taser, la “pistola elettrica” in dotazione da qualche tempo anche ai poliziotti reggiani, non è andata giù a Marco Eboli, ex consigliere comunale reggiano di centrodestra, e più recentemente ex coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Reggio, che è intervenuto sulla questione con una lunga nota.
“Puntuale – ha commentato – è arrivata la notizia che i tre agenti della Polizia di Stato che sono intervenuti, su chiamata dei cittadini, per placare il pluripregiudicato che ha dato in escandescenza l’altro giorno a Massenzatico seminando panico tra la popolazione, usando il taser per immobilizzarlo, sono stati indagati dalla Procura della Repubblica. Altrettanto puntuale il coro delle forze politiche del centrosinistra, che criminalizzano il taser e pure il diritto delle forze dell’ordine di svolgere il loro lavoro per garantire sicurezza ai cittadini”.
Ma il colmo, ha detto Eboli, “penso lo abbia superato un noto cardiologo del Santa Maria Nuova che, in un’intervista a un quotidiano locale, ha dichiarato che le forze dell’ordine devono essere formate non solo per il corretto utilizzo del taser, ma pure per le conseguenze che può provocare. Ora, mi chiedo se si chiede la laurea in medicina agli operatori delle forze dell’ordine, oppure se queste, di fronte a situazioni non gestibili con il dialogo e di fronte a persone pericolose, debbano chiedere l’esibizione del certificato di sana e robusta costituzione; magari nel frattempo l’aggressione, se non danni più gravi, potrebbero subirla loro”.
Solo l’autopsia su Citro, ha aggiunto Eboli, “dirà le vere cause del decesso, ed è comprensibile la richiesta dei familiari di conoscere la verità. Nel frattempo però la questione di quali strumenti dare alle forze dell’ordine per garantire la sicurezza ai cittadini e operare senza dover sempre essere sottoposti a indagine della magistratura si pone. Tempo fa, le forze politiche di governo avevano annunciato un provvedimento legislativo che non facesse scattare automaticamente la condizione di indagato per gli operatori delle forze dell’ordine. Al momento mi pare che non abbia ancora visto la luce, e comprendo la difficoltà, perché in ballo c’è il problema di attribuzione di competenze e il non voler limitare l’autonomia della magistratura”.
“Da cittadino e da figlio di poliziotto, però, sento un pugno allo stomaco (e penso di non essere il solo) nel leggere, subito dopo ogni azione di polizia che si conclude con danni o tragedie, come in questo caso, alle persone oggetto di intervento di prevenzione, la solita criminalizzazione e la gogna mediatica nei confronti delle forze dell’ordine. Amaramente, mi sovviene una canzone di un cantante francese di diversi anni fa, le cui parole erano: ‘Se sei bello, ti tirano le pietre; se sei brutto, ti tirano le pietre; qualunque cosa fai, tu sempre pietre in faccia prenderai’. Ebbene, penso che questa sia la situazione attuale delle forze dell’ordine in Italia. Confido che al più presto il governo e il Parlamento possano trovare una soluzione legislativa, magari con consenso diffuso tra le forze politiche, per consentire alle forze dell’ordine di svolgere serenamente la loro attività a nostra tutela. Questa penso sia una priorità”.







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