Reggio, abbattuto lo storico ponte sul Crostolo al Gattaglio (video e foto Glauco Bertani)

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E’ iniziato mercoledì 4 ottobre il cantiere che porterà alla costruzione di un nuovo e più funzionale ponte ciclopedonale sul Crostolo, in zona Gattaglio (video e foto di Glauco Bertani) . Mercoledì i lavori di demolizione dell’impalcato dell’attuale passerella con l’utilizzo di un mezzo cingolato munito di martello demolitore che opererà sull’alveo del torrente con accesso da viale Magenta. Le fasi di demolizione dureranno circa due giorni.

Il nuovo ponte – finanziato con risorse del Pnrr per 850mila euro, del Comune per altri 246mila euro e con 86mila euro del Fondo opere indifferibili – verrà poi assemblato in stabilimento per poi essere posizionato in loco. L’apertura del nuovo collegamento è prevista per giugno 2024.

La piazzetta del Gattaglio non sarà interessata dall’accantieramento e rimarrà completamente fruibile, se non temporaneamente per le operazioni strettamente collegate per le giornate di varo dell’impalcato. Per raggiungere il centro città è possibile utilizzare i ponti di viale Magenta e di San Claudio, entrambi dotati di percorsi ciclabili e raggiungibili attraverso la ciclopedonale che costeggia il torrente Crostolo.

LA STORIA – Un ponticello fu gettato sul torrente Crostolo al Gattaglio, per collegare il centro della città ai sobborghi, agli albori del Novecento, l’anno esatto non è conclamato, c’è chi ritiene 1910. E suscita tenerezza, a guardarlo adesso in fotografia, quell’insieme di tralicci. Era di legno e ferro, stretto, l’aspetto provvisorio, e infatti da subito fu definito ‘passerella’, quale in effetti era. Una definizione che si è portato con sé fino ad oggi.
Fu un’innovazione non da poco 113 anni fa, almeno in termini di sicurezza e funzionalità, dato che scongiurava finalmente i disagi del guado, unica possibilità fino ad allora di superare il torrente Crostolo in quel punto, tra la città della prima cintura che si andava sedimentando a ridosso di porta Brennone, oggi piazza Fiume, e i primi sobborghi abitati da coloro che dalle campagne e da Villa Coviolo cercavano nuove opportunità verso la città.
Da allora, la passerella del Gattaglio ne ha fatta di strada, almeno tanta quanta ne hanno fatta le migliaia e migliaia di persone che lo hanno percorso.

Dopo la seconda guerra mondiale, si ricostruisce e soprattutto si demolisce e si ricostruisce, alla ricerca di un nuovo mondo, che si intendeva fatto di solidità e sviluppo, di modernità. E nel 1950 la passerella si adegua ai tempi nuovi, diventando ponte.
Pur sempre piccolo e pedonale, ma ponte: i tralicci di legno lasciano il posto a una struttura in cemento armato, con pile in alveo e travata continua a quattro campate, come lo si è visto sino a questi giorni. Con interventi ulteriori però, alla fine degli anni Ottanta, quando le pile vengono rinforzate e accresciuta la dotazione funzionale con la costruzione di una condotta dell’acquedotto che tuttora affianca il ponte.
I passaggi intanto aumentano, si moltiplicano in maniera esponenziale, dato che quei timidi insediamenti di inizio Novecento in 70 anni e più si sono fatti città: case, strade, quartieri che sono quasi paesi, come la stessa Coviolo, il Migliolungo, Regina Pacis, Roncina, Orologio, Bell’albero… Più persone e più biciclette, perché non c’è nulla di meglio di una bicicletta per raggiungere il centro storico in un attimo, da questi luoghi, percorrendo il ponte del Garraglio. Il quartiere omonimo poi si è arricchito nel tempo di negozi, luoghi di ritrovo, circoli e centri sociali, celebri bocciofile: un mondo nel mondo della città. E quel ponte sempre in mezzo, a condurre le danze dell’andirivieni a tutte le ore, ad accompagnare la storia di una porzione importante di Reggio Emilia.
Facile intuire che l’usura – quella inflitta dal tempo, delle intemperie e delle piene, assieme ai transiti – si sia fatta sentire.


Il Comune ha perciò deciso di fare alcune verifiche tecniche, a seguito delle quali è emerso che la struttura poteva andare avanti, ma in tempi non così lontani si sarebbero resi necessari interventi drastici. Si è deciso perciò di rifare ex novo, una volta per tutte, con un progetto nuovo, al passo con i tempi e con i flussi di traffico ‘gentile’, fatto di scarpe e pedali, di incontri e di civiltà nel lasciare ad esempio il passo a una mamma con passeggino, a un bimbo che muove i primi passi o a un commesso trafelato carico di pacchi o di cibarie da consegnare a domicilio: scene che ricorrono sul ponticello.