Reggio, 25 aprile anticipato: migliaia contro il neofascismo

Reggio Emilia antifascista

Erano circa tremila, secondo gli organizzatori, le persone che nel pomeriggio di domenica 30 marzo hanno sfilato per le vie del centro di Reggio per partecipare alla manifestazione antifascista – proposta da Anpi, Alpi Apc e Anpc con il Comune e la Provincia di Reggio, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le associazioni e organizzazioni Libera, Arci, Auser, Anteas, Istituto Cervi e Istoreco – in risposta e in contrapposizione all’annunciata iniziativa “Riprendiamoci Reggio Emilia”, organizzata nella stessa giornata dal movimento di estrema destra Rete dei patrioti (e alla quale ha poi aderito anche Casapound).

Dopo il ritrovo in viale Montegrappa, all’altezza dell’incrocio con via Emilia San Pietro, il corteo si è snodato lungo la via Emilia fino a piazza Gioberti, per poi procedere in via Mazzini, corso Cairoli e piazza della Vittoria. Qui, dopo la deposizione di una corona di fiori al monumento della Resistenza, sono stati pronunciati gli interventi dei promotori dell’iniziativa.


“Quella di oggi è una piazza molto bella, pacifica, decisa a respingere ogni rinascita del fascismo, decisa a ribadire le scelte, l’identità ed i valori dell’antifascismo”, ha detto il sindaco di Reggio Marco Massari, che ha partecipato al corteo in carrozzina dato l’intervento chirurgico al quale si è sottoposto di recente.


“È la piazza della società civile, della nostra comunità, delle cittadine e dei cittadini che tanto hanno fatto per rendere la nostre città ed i nostri comuni quello che sono: aperti, democratici, inclusivi, in cui l’eguaglianza e i diritti sono davvero importanti. 155 associazioni ed espressioni della società reggiana, tutti e 42 i Comuni della nostra provincia qui rappresentati dai sindaci con la fascia tricolore, le associazioni partigiane, i sindacati e i tanti che non aderiscono ad alcuna organizzazione sono in questa piazza per affermare con forza che Reggio è antifascista e che idee e pratiche che hanno provocato dolore e morte non torneranno”.

“I cosiddetti ‘patrioti’ (fascisti neppure troppo mascherati), con un chiaro gesto provocatorio, dichiarano di volersi ‘riprendere’ Reggio, a partire dalla zona della stazione. Cacciando quelli che non sono come loro. Abbiamo già visto dove portano queste idee, l’abbiamo visto nella Germania nazista e nell’Italia fascista. Noi rispondiamo non solo con lo sdegno, ma anche con gli ideali e le idee del manifesto di Ventotene. Ci battiamo contro il nazionalismo che divide i popoli e che incita alla guerra. Ci battiamo contro i muri che dividono il mondo, contro l’arroganza di chi vuole annettersi la Groenlandia e il Canada. Contro i massacri in nome di Dio e della nazione, in Israele, a Gaza, in Ucraina”.

L’Europa, ha detto Massari, “non può rinunciare al ruolo che la storia le ha dato e che, dopo la carneficina di ottanta milioni di morti nelle due guerre mondiali della prima metà del Novecento ha permesso la più lunga stagione di pace sul continente. Ma prima la guerra dei Balcani negli anni novanta e ora l’aggressione russa all’Ucraina hanno spezzato quel miracolo laico, il miracolo laico della pace: il destino dell’Europa di Jean Monnet, di Spinelli e De Gasperi non può andare nella direzione di una nuova guerra fredda convivendo con l’incubo di un conflitto nucleare”.

E ancora: “Non era per nulla scontato trovarci in così tanti, ma io ero sicuro della risposta che ci sarebbe stata, con la chiara consapevolezza che la nostra presenza qui oggi non è solo una testimonianza, ma è un impegno che prendiamo: un impegno ad agire, a Reggio, nelle nostre comunità e nel nostro paese contro il ritorno di idee e pratiche violente che hanno causato nel Novecento milioni di morti. Ma anche un impegno che deve essere educante, educante verso chi può essere attratto da idee ‘identitarie’ che noi sappiamo essere mistificatorie e manipolabili. Un impegno che deve essere svolto con intelligenza, con la cultura, con il pensiero, con pacifica determinazione. L’indifferenza, il voltarsi dall’altra parte non sono ammissibili, a maggior ragione in questa fase storica di cambiamenti epocali in cui oligarchie e autoritarismi si affermano anche in Paesi fino a ieri nostri alleati: la difesa della democrazia e della nostra costituzione richiedono una lotta e un impegno quotidiani di ciascuno di noi, non sono obiettivi conquistati una volta per sempre. Difendere i diritti delle persone vuol dire difendere la democrazia”.



C'è 1 Commento

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  1. kursk

    Benissimo, adesso che abbiamo salvato Reggio dall’orda nera e ci siamo ancora una volta dichiarati tutti quanti antifascisti, sbandierando anche le bandiere palestinesi (quindi di rimbalzo pro Hamas) … la situazione fuori controllo della zona stazione e zone limitrofe la vogliamo affrontare ?


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