Meno ricambio generazionale ditte reggiane

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E’ in deciso rallentamento il ricambio generazionale nel mondo imprenditoriale reggiano. Sono infatti quasi 89.000 le persone – titolari, amministratori e soci – che nei diversi ruoli gestiscono le aziende reggiane. Dall’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del Registro Imprese emerge con evidenza l’ampliarsi della quota dei capitani d’impresa (89.000, in totale, che guidano le 54.000 aziende reggiane) che si collocano nella fascia della terza età.
Solo il 3,5% (ovvero 3.114 unità) degli amministratori – secondo l’indagine – ha meno di 30 anni, mentre 11.615 (il 13,1%) sono “over 70”: ciò significa che ci sono meno di 27 giovani imprenditori ogni 100 colleghi con almeno 70 anni.

Ma andando indietro nel tempo le quote percentuali delle classi di età analizzate erano meno distanti fra di loro. Solo una decina di anni fa gli imprenditori “under 30” erano 5.199 e rappresentavano il 5,2% del totale persone con cariche, mentre gli imprenditori di 70 anni e più erano il 9% (9.029).

Confrontando gli indici di ricambio, cioè il rapporto fra i capitani d’impresa “over 70” e quelli che non hanno ancora compiuto 30 anni, calcolati a distanza di dieci anni in provincia di Reggio Emilia, emerge chiaramente come sia diventato difficile il passaggio di testimone fra generazioni.

Nel 2009, ogni 1,7 imprenditori anziani ce n’era uno “under 30” che entrava nel mondo dell’imprenditoria; nel 2019 il rapporto è di un giovane ogni 3,7 di 70 anni e più.

La differenza di età si manifesta in modi abbastanza diversi nell’ambito delle principali attività economiche.

Quanto a maggior presenza di imprenditori in terza età, il primato spetta all’agricoltura, dove gli over 70 rappresentano il 29,8% degli imprenditori, mentre i giovani sotto i 30 anni si fermano al 2,9%.

Al secondo posto della graduatoria si collocano, per molti aspetti un po’ a sorpresa, le attività immobiliari, dove gli imprenditori ultrasettantenni rappresentano il 25,2% e i giovani si fermano all’1,3%.

Di segno opposto, invece, il dato riferito ai servizi di alloggio e ristorazione, dove i giovani imprenditori rappresentano il 7% del totale e gli over 70 si attestano al 5,8%.

Fra i grandi comparti, le attività manifatturiere presentano un “tasso di invecchiamento” leggermente superiore alla media complessiva, con il 15,6% di imprenditori oltre i settant’anni (la media è pari al 13,1%) e il 2,3% (oltre un punto al di sotto della media) di giovani under 30.

In riferimento ai soli giovani imprenditori, la maggior parte (595 su 3.114) è presente nel commercio, seguito dalle costruzioni (541), dalle attività di servizi di alloggio e ristorazione (388) e dalle attività manifatturiere (355).