Radiovasca. Reggio beve

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Dopo molti anni di attesa, e almeno cinque o sei conferenze stampa di annuncio, presentazioni, sopralluoghi, la nostra amata Piazza San Prospero è infine stata ripavimentata. Se fossimo in Cina o a New York l’intervento sarebbe durato un paio di mesi, ma anche meno.

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Per festeggiare la piazza del patrono il Comune ha organizzato due giorni di festa basati sull’immancabile dj-set. Tutto ormai si riduce a questo, persino nelle iniziative di un assessorato – quello alla cultura – che di cultura mostra di non avere un’adeguata percezione (e siamo molto generosi).

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Dj-set e alcol sembra essere l’unica stabile trovata per portare qualche giovane alle iniziative comunali. Alle Reggiane fanno la festa del gin. Chissà se manderanno la polizia con l’etilometro. In città esiste perfino un gruppo che si auto definisce “Reggio beve”. Ma complimenti! Molto sano bere, molto formativo, complimenti alle funzionarie in vesti vanamente assessorili prive del minimo buonsenso educativo. Reggio beve? E perché non Reggio fuma? Perché non Reggio pippa di nascosto nei bagni dei locali?

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Voci sempre più insistenti: il Caffè Europa è in vendita. Basta che non lo diano ai cinesi.

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Voce sicura: Keko non chiude ma rilancia la cucina di Hong Kong con formula all you can eat. Speriamo che non ne risenta la qualità.

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Veniamo alla politica. Il Pd è nel caos più di sempre.

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La storia del questionario è una presa di tempo senza significato politico. Quella che il Pd odierno chiama “società civile” non è da tempo più interlocutrice del partito. Questa idea sovietica del Partito che si rivolge alle corporazioni in una logica autoritaria è non solo una buffonata, ma non serve a niente. Ne usciranno vari nomi e a inizio ottobre si tornerà daccapo.

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Tanti, tantissimi cercano di approfittare di questa situazione all’interno del fu Pd reggiano, oggi ridotto a mere lotte intestine e a smisurate ambizioni individuali. Corrono De Franco (paradosso: correre un po’ gli gioverebbe), la Rabitti, persino le non reggiane Roberta Mori e Antonella Incerti – le quali, con tutto il rispetto, di Reggio Emilia sanno zero. Perfino Stefania Bondavalli vorrebbe sfruttare il suo triplo ruolo di consigliera regionale, presentatrice di eventi e giornalista in aspettativa della tv cooperativa Telereggio, ormai consunta e irrilevante nel contesto locale. Credete sia finita la lista? Macché. Prudencio Vecchi gioca da king maker, ma anziché preparare una proposta credibile per la successione ha bruciato più di un nome (Pratissoli, Curioni). Da un circolo della città è uscito il nome di Paolo Gandolfi, ex dirigente in Provincia, ex assessore in Comune, poi eletto deputato, poi di nuovo dirigente del Comune: tutta la vita nella pubblica amministrazione, come nella migliore tradizione comunista e postcomunista residuale.

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Poi ci sono i sognatori. Il segretario Gazza potrebbe essere il punto di caduta alla fine delle lotte belluine in corso. Da Rubiera, il vicesegretario Cavallaro potrebbe puntare alla Provincia. Graziano Delrio, al solito, si fa i suoi. Ci hanno riprovato con Francesco Merli, ma i medici bravi nella professione, in politica raramente danno il meglio.

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Perfino i nani di +Kinsect cercano di farsi vedere nella speranza di raggiungere il quorum per entrare in sala Tricolore. Faticheranno parecchio e non avranno nemmeno un assessore. Con i renziani, ahi loro, non c’è più nessuno. Maura Manghi rimarrà sola a fare la guardia al bidone.

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C’è chi nel Pd si agita per fare l’accordo con i 5 Stelle locali (peraltro spaccati in almeno due parti) senza che nessuno di essi si sia mai scusato per le accuse rivolte alle amministrazioni locali negli scorsi anni. L’epiteto più gentile fu “mafiosi”.

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E il centrodestra? Sono in corso le primarie online di 24Emilia, aspettiamo la fine prima di commentare. Il dato al momento più evidente è la prevalenza delle donne (Albertini, Fiorini, Terenziani). Chissà chi le sta votando. Però, se Aragona non si sveglia sulla rete, le sue ambizioni finirebbero per scricchiolare. Di civici per ora non si parla. L’avvocato Tarquini ha lasciato una porta mezza aperta. Ma sarà difficile che i partiti gli regalino la scena.



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