La sentenza del processo relativo all’inchiesta “Angeli e Demoni”, nata per far luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della Val d’Enza reggiana, ha di fatto sgretolato l’impianto accusatorio della Procura, che non ha retto al giudizio di primo grado: delle 14 persone imputate, ben undici sono state assolte (molte delle quali con formula piena “perché il fatto non sussiste”) e le uniche tre condanne sono state piuttosto lievi e per capi di imputazione sostanzialmente minori.
Dopo tante reazioni a caldo, sull’esito del processo si è espressa anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein: “Passano le ore ma continua il silenzio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su Bibbiano, dopo che la sentenza ha fatto cadere quasi tutte le accuse. Eppure la ricordiamo bene, allora deputata dell’opposizione e accusatrice, stazionare con un cartello fra le mani minacciando ‘Siamo stati i primi ad arrivare. Saremo gli ultimi ad andarcene’”.
Nel frattempo, ha sottolineato Schlein, “è arrivata la sentenza di primo grado che ha smontato l’impianto accusatorio. Questo però non cancella la becera propaganda politica di questi anni e il danno e il dolore inflitto a un’intera comunità, agli amministratori coinvolti e poi assolti, all’intero sistema di tutela per minori, e a categorie professionali come quella degli assistenti sociali. Speriamo che adesso che se n’è andata, ora non sia l’ultima a chiedere scusa su Bibbiano. Avrebbe dovuto essere la prima”.
Veramente ci sono state tre condanne per reati gravi, non lievi, e gli amministratori coinvolti se non fosse stato per la depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio non è detto che l’avrebbero sfangata. Depenalizzazione guarda caso intervenuta durante un governo che non vi piace, tranne quando vi fa comodo. Non dite fesserie, se qualcuno deve scusarsi sono tutti quelli che chiedono le scuse, le scuse per cosa?
Il processo ha avuto tre condanne, sapete almeno far di conto?
Tre condanne, con pena sospesa: due anni a F A (per due capi di imputazione), ex responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza, e un anno e otto mesi all’assistente sociale F M, cinque mesi a F M, neuropsichiatra. Per il resto assoluzioni per 14 imputati di cui per avvenuta prescrizione.