“Faccio saltare il palazzo”

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Questa mattina giovedì 27 settembre in carcere l’interrogatorio di garanzia per Aldo Ruffini, 74 anni, originario di Vetto ma residente in città, commerciante a cui la Finanza ha sequestrato oltre 25 milioni di euro, assistito dall’avvocato Nino Ruffini.

Mentre venerdì 28 nella mattinata, nel tribunale cittadino, sarà ascoltato don Ercole Artoni, 88 anni, dall’altro giorno agli arresti domiciliari, sarà assistito dal legale Francesca Corsi. Il punto sarà capire a fondo quale sia il rapporto di conoscenza tra il commerciante e il sarcedote, stando a quello che emerge dalle pagine dell’ordinanza firmata dal gip di Ancona che dice: “Il Ruffini è un personaggio interessato ad ottenere, con metodi illeciti, la liberazione del proprio patrimonio sotto sequestro,l’Artoni, nonostante sia un religioso ed evidentemente ricevendone un ritorno economico, si presta ad assecondare in tutti i modi le richieste del Ruffini”.

Per l’accusa, dunque, don Ercole Artoni sarebbe stato una sorta di portavoce, con chiamate e visite personali, di Aldo Ruffini presso il presidente del tribunale Cristina Beretti, magistrato che il religioso avrebbe conosciuto tramite un altro prete. Pare che Ruffini chiedesse a don Artoni di intercedere per il dissequestro del patrimonio di Silvano Ferretti, considerato dagli inquirenti suo prestanone e come lui indagato nella frode scoperta dalla Finanza.

Durante questi incontri don Artoni sarebbe arrivato a pronunciare frasi quali: “Sa che a Reggio Emilia c’è un braccio speciale dove sono detenuti gli imputati di Aemilia? Uno di loro mi ha detto di venire da lei e di dirle di stare molto attenta e soprattutto di stare lontana dalle finestre dell’ufficio (…) un altro di loro ha detto di stare attenta che sanno dove studia suo figlio”.

Per qaunto riguarda invece Aldo Ruffini, dalle intercettazioni, per i magistrati appare il profilo di un uomo “con una sindrome criminale sorda agli avvertimenti dell’autorità giudiziaria”. Mentre parlava dalla sua auto, Ruffini avrebbe pronunciato frasi di questo genere: “Vuoi fare la prepotente perché ha il potere in mano… Bene, usa il potere quando sarai là in ginocchio che pregherai che ti lasci andare”. Oppure: “Io ero disposto ad andarli a uccidere subito… Io avevo ià preparato 500mila euro per farli uccidere tutti e tre”. Minaccia rivolta al giudice Beretti e ai pm Salvi e Stignani. E ancora: “Pieno di tritolo, salta per aria il palazzo. Loro con me hanno il castigo legato al collo. Sono condannati, sono condannati alla sedia elettrica da Hitler. Hitler ne ha uccisi pochi, ma io li ammazzo, loro”.