Ferrarini, agli obbligazionisti il 17,5% delle somme prestate

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Giovedì 28 febbraio le assemblee degli obbligazionisti dei due prestiti obbligazionari da 35,5 milioni di euro quotati all’extraMot di Borsa Italiana emessi da Ferrarini Spa. Come riporta il Sole 24 Ore: “Il primo nel 2015 da 30 milioni di euro con una cedola del 6,375% e scadenza nel 2020, il secondo emesso 19 mesi dopo, a fine 2016, con un tasso di interesse del 5,625% e scadenza sempre a fine 2020, entrambi gestiti dalla fallita Popolare di Vicenza)”.

La notizia, spiega il quotidiano economico, è che “i creditori dovranno accontentarsi di recuperare il 17,5% del credito concesso allo storico prosciuttificio di Rivaltella, finito lo scorso luglio in una procedura di concordato in bianco, non li farà certo sorridere”.

Lo prevede il piano concordatario depositato lunedì sera al Tribunale di Reggio Emilia. Mentre saranno invece pagati integralmente i lavoratori “e quindi le passività di natura privilegiata e prededucibile, nonché quelle assistite da vincolo pignoratizio e ipoteca (per la porzione capiente), sempre che i creditori approvino la proposta di concordato e il Tribunale reggiano emetta l’omologa, condizione necessaria per dare il via al successivo step di aumento del capitale, dove entrerebbe in scena, nel ruolo di protagonista, il gruppo valtellinese Pini, leader delle bresaole e dei macelli europei. L’assemblea straordinaria di Ferrarini ha infatti dato mandato al Cda, subordinatamente all’omologa, di perfezionare un aumento di capitale sociale, anche con esclusione del diritto di opzione, da parte di Ferrarini Hoding Srl fino ad arrivare a 10 milioni di euro, con la garanzia di Pini Italia Srl e della sua controllata in Ungheria Hungary-Meat Kft. E nel frattempo i soci hanno ricostituito un nuovo Cda (dopo le dimissioni di tutti i vecchi consiglieri) composto da soli due membri: Lisa Ferrarini, attuale presidente del gruppo di Rivaltella, e Roberto Pini, fondatore e presidente della multinazionale di Grosotto di Sondrio”.