Le istituzioni europee hanno dato il via libera all’iter per l’uscita di dieci comuni della provincia di Piacenza dalla zona di restrizione 3 per la peste suina africana, una patologia di tipo virale che colpisce suini domestici e cinghiali e che si trasmette tramite il contatto con altri animali infetti: non è trasmissibile all’uomo ma è altamente letale per gli animali colpiti, anche perché ad oggi non esiste alcun trattamento conosciuto.
La Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Ausl di Piacenza, nei giorni scorsi aveva chiesto al Ministero della salute la revoca – per questi dieci comuni – della zona di restrizione 3 istituita a partire dalla fine del 2024 sulla base dei dati dei monitoraggi e della sorveglianza sulla fauna. L’iter prevedeva il parere positivo da parte della Commissione europea, che giovedì 21 novembre ha dato l’ok al percorso di revoca: un esito che consentirà a salumifici e allevamenti di uscire dalla zona di restrizione più rigida.
Soddisfatti per il risultato raggiunto gli assessori regionali alla salute Massimo Fabi e all’agricoltura Alessio Mammi: “È una decisione che dà merito al lavoro che si sta facendo sul territorio in termini di monitoraggio e biosicurezza, che segue il parere positivo espresso nei mesi scorsi dal gruppo di esperti della Commissione europea”.
Nell’ultimo periodo l’attività nel Piacentino è stata intensificata destinando altri 100.000 euro alla sorveglianza e rafforzando la struttura veterinaria che opera in loco.
“Ringraziamo il Commissario straordinario alla peste suina africana, Giovanni Filippini, per la disponibilità all’ascolto delle necessità dei territori e per aver riconosciuto le importanti misure avviate in Emilia-Romagna su biosicurezza, sorveglianza attiva e contrasto alla diffusione del virus”, hanno aggiunto Fabi e Mammi.
“Abbiamo risposto fin dall’inizio a una minaccia gravissima per il comparto zootecnico, fondamentale per l’economia agroalimentare dell’Emilia-Romagna. Ora continueremo a operare sul campo con il commissario, i ministeri competenti, gli enti locali, le associazioni agricole e venatorie, per continuare a contrastare la diffusione del virus e liberare altre aree che oggi sono ancora sottoposte a restrizioni. In particolare, intensificheremo con molta attenzione le azioni nelle zone dell’Appennino al confine con la Liguria e la Toscana: per questo abbiamo deciso un aumento delle risorse dedicate alle attività di controllo, che passano a 1,8 milioni di euro, mentre è in uscita un nuovo bando per la biosicurezza negli allevamenti da 2,7 milioni. Questo impegno è fondamentale per salvaguardare gli attuali canali di export e la riapertura di quelli che a causa del virus si sono interrotti”.







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