Parmigiano-Reggiano e censura

Giulia Innocenzi Reggio Film Festival – RFF

Il consorzio del Parmigiano-Reggiano ha ritirato la sua – peraltro minima – sponsorizzazione al Reggio Film Festival perché tra gli ospiti figura Giulia Innocenzi, autrice di Food for Profit. Un documentario che racconta, con immagini e dati, ciò che accade negli allevamenti intensivi europei, e che indaga il filo rosso che lega business, politica e istituzioni.

È un film scomodo. E, proprio per questo, necessario. La revoca della sponsorizzazione non è un atto neutro. È una forma di censura. Una scelta miope, perché nel tentativo di silenziare un racconto giornalistico finisce invece per confermare sospetti, alimentare diffidenze, proiettare sul mondo agricolo un’ombra che nessuno aveva chiesto. Giulia Innocenzi fa giornalismo d’inchiesta. Lo fa bene. Porta fatti, testimonianze, documenti. Il suo film ha riempito sale in tutta Italia, è stato accolto all’Europarlamento, ha aperto dibattiti pubblici, non risse da social. È questo che fanno i giornalisti veri: danno voce a ciò che altrimenti resterebbe nascosto.

E allora è inevitabile una domanda: cosa teme il consorzio? Un film, se è sbagliato, si contesta con altri dati, altre prove, altre idee. Non con la rimozione, non con la cancellazione di un logo da una locandina. Questa reazione, sproporzionata e nervosa, è un autogol di immagine. Il Parmigiano-Reggiano è un’eccellenza italiana, simbolo di qualità, lavoro e tradizione. Ma l’eccellenza non può avere paura dell’informazione. Chi davvero crede nella trasparenza affronta il confronto, non lo evita. In un Paese che vuole dirsi democratico, il giornalismo indipendente non è un fastidio: è un presidio di libertà.

Chi attacca la stampa libera, chi prova a spegnere una voce perché disturba, mostra una cultura che nulla ha a che vedere con la democrazia. E se c’è qualcuno che dovrebbe sentirsi fuori posto, non è Giulia Innocenzi. La verità – quella dei giornalisti, dei documentaristi, di chi indaga – non sempre rassicura. Spesso inquieta. Ma è così che una società cresce: guardando in faccia i problemi, non coprendoli con qualche forma di piccolo potere. Perché si può produrre il miglior formaggio del mondo, ma se si sceglie la via dell’intimidazione culturale, si finisce per avere un retrogusto amaro.




C'è 1 Commento

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  1. Disgustato

    Ridicolo consorzio Parmigiano di Reggio. A parte la shitstorm che spero partirá presto con ingente e conseguente danno economico (possono proferire tutte le eresie che vogliono, food for profit mostra la realtà dei fatti.)Chiunque cerchi di censurare é complice. Vorrá dire mangeremo grana padano fino a che non cagheranno fuori dal vaso anche loro, poi passeremo al pecorino che tanto non muore nessuno in fin dei conti. Ora bisogna fomentare Marco Mazzoli dello zoo di 105, grande amico di Giulia Innocenzi, affinché aizzi i 4 milioni di ascoltatori dello zoo contro tutte le pagine social e recensioni nella scheda Google maps del consorzio. Non vedo l’ora siano le 14 di domani.


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