Sognando un lambrusco senza chimica

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Noi e il Pianeta Azzurro. Noi emiliano-romagnoli, noi reggiani e il futuro della Terra. Troppo? Troppo ambizioso parlarne in una colonna di questo giornale on line che si occupa di un territorio relativamente limitato? Inutile? Considerato che anche i grandi accordi internazionali sul clima e sulla tutela ambientale mostrano troppo spesso di essere inefficaci? No. Non può essere troppo e neppure inutile. Anzi. Negli ultimi anni noi reggiani ne abbiamo parlato davvero poco di ambiente, mentre dovrebbe essere l’argomento sulla bocca di tutti. Proviamo a lanciare da qui gli argomenti su cui dovremmo esprimerci, come cittadini, come abitanti di una Terra a rischio. Parliamone qui, ragionando, senza gridare e accogliendo voci diverse.

SOGNANDO UN LAMBRUSCO SENZA CHIMICA.

E’ uno spettacolo. Lo si può godere passeggiando tra i vigneti della nostra campagna nel periodo della vendemmia. Con le nuove tecniche di impianto i filari diventano perfette figure geometriche che si articolano su aree erbose accuratamente rasate: tappeti verdi su cui le vigne si alzano creando prospettive ipnotiche. Ma un occhio attento, in diversi casi, non in tutti, può cogliere un particolare che mette in crisi questa visione esteticamente gratificante: alla base dei filari , la vegetazione è bruciata.

E’ il risultato dell’utilizzo di diserbanti chimici. Eliminare l’erba proprio alla base delle vigne è un metodo che i nostri viticoltori utilizzano da qualche anno da quando cioè si è affermata la tecnica dell’inerbimento del vigneto che riduce il problema dell’erosione del terreno. Si lascia inerbita la parte centrale del filare mentre durante il periodo estivo si tiene sgombro da erbe lo spazio sulla fila, procedendo a diserbo o fresatura vicino ai piedi della vite. Molto spesso il diserbo viene effettuato con un prodotto chimico molto discusso il “glifosate”.

Non sono un’esperta e a questo punto chiedo aiuto a viticoltori,a tecnici di trattamenti chimici in agricoltura e a coloro che invece praticano l’agricoltura biologica per capire quanta chimica complessivamente viene utilizzata nel ciclo produttivo, non soltanto per il diserbo sotto le piante. La nostra viticoltura è da primato per produzione e risultato economico complessivo.

Il lambrusco è uno dei vini italiani più venduti nel mondo. Un patrimonio da valorizzare. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Assessorato all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna nella nostra Regione sono 5043 le imprese agricole che si possono definire “biologiche”.Nella provincia di Reggio sono 673.

La parte preponderante degli oltre 152mila ettari di campi coltivati secondo i dettami della agricoltura biologica in Emilia-Romagna è rappresentata dai seminativi (82%).La coltura della vite bio soltanto il 3%. Chiedo quindi ai nostri viticoltori che utilizzano i prodotti chimici se non valga la pena fare uno sforzo in più per alzare questa percentuale e tentare quindi di inseguire il sogno di un Lambrusco che possa vantare anche un altro primato oltre a quelli della produzione e dell’esportazione ?