Neonati sepolti a Vignale, l’accusa: “Chiara Petrolini ha premeditato i due omicidi”

Chiara Petrolini a casa – QG

La Procura di Parma ha notificato l’avviso di fine indagine all’avvocato difensore di Chiara Petrolini, la ragazza di 21 anni indagata dopo il ritrovamento di due neonati morti – i figli appena partoriti dalla giovane – sepolti nel giardino della casa di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.

Secondo quanto ricostruito fino a qui dalle indagini, la ragazza avrebbe partorito (dopo gravidanze tenute nascoste a tutti, compresi i familiari più stretti e l’ex fidanzato, risultato essere il padre dei neonati) due bambini, uno nato nel maggio del 2023 e uno ad agosto del 2024. Ora la ventunenne è accusata del duplice omicidio volontario dei due neonati e della soppressione dei loro cadaveri.

Per la Procura emiliana Chiara Petrolini avrebbe premeditato l’uccisione di entrambi i figli neonati: nell’avviso di fine indagine, infatti, l’aggravante della premeditazione è contestata per tutti e due gli episodi che l’avrebbero vista protagonista. A far propendere per questa ipotesi, secondo il procuratore Alfonso D’Avino e la pm Francesca Arienti, sarebbero stati alcuni comportamenti tenuti dalla giovane durante le gravidanze: in primis nascondere a tutti la gravidanza stessa, poi il fumare sigarette e marijuana e bere alcol nonostante il suo stato, il non essersi sottoposta ad accertamenti medici. Sulla ventunenne pesano anche alcune ricerche effettuate sul web su come nascondere la gravidanza, indurre o accelerare il parto, provocare o favorire un aborto, oltre che informazioni sulla decomposizione del corpo umano.

La ragazza si trova agli arresti domiciliari dallo scorso 20 settembre. Proprio nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato – con rinvio – l’ordinanza del Tribunale del riesame di Bologna che, accogliendo l’appello presentato dalla Procura di Bologna, aveva disposto per lei la misura cautelare della custodia in carcere. Chiara Petrolini, dunque, per il momento non andrà in carcere e resta agli arresti domiciliari, almeno in attesa del nuovo giudizio del Tribunale del riesame.