Nel Reggiano economia e società reggono, ma quante incertezze sul futuro

centro storico Reggio Emilia vista alto – CoRE

Evolve tra luci e ombre lo scenario dell’economia e della società in provincia di Reggio: è questo il quadro che emerge dall’ampio “Rapporto sulla coesione sociale”, il tredicesimo, curato dalla Camera di commercio dell’Emilia in collaborazione con Ifoa, il Comune e la Provincia di Reggio, con il contributo della Fondazione Manodori.

Una realtà locale che si presenta con le proverbiali due facce della medaglia: una scintillante e lustra, l’altra caratterizzata da opacità legate a malesseri ben affrontati nei sintomi, ma non semplici da sostenere nelle evoluzioni di lungo periodo.

Esempi emblematici vengono dalla demografia, dall’economia e dal lavoro. La popolazione sta aumentando ormai stabilmente, perché la realtà reggiana è considerata tutto sommato attrattiva, ma il tasso di natalità si è pressoché dimezzato negli ultimi 15 anni e risulta molto marcato quell’invecchiamento della popolazione che, tra le altre cose, allunga i tempi di attesa per l’accesso alle residenze per anziani. Sul fronte economico, il Pil aumenta (anche se con percentuali modeste), ma la manifattura continua ad accusare situazioni di evidente difficoltà; il tasso di disoccupazione diminuisce, ma aumenta il ricorso alla cassa integrazione e torna a salire il numero degli inattivi.

Ecco le principali indicazioni del rapporto, curato anche quest’anno da Gino Mazzoli, psicosociologo dell’Università Cattolica di Milano.

Demografia. La popolazione continua ad aumentare

Dopo la fase di rallentamento legata alla pandemia, la popolazione in provincia di Reggio ha ripreso a crescere in modo stabile, superando i livelli pre-Covid. Nel corso del 2024 si è registrato un incremento di circa 2.200 residenti (erano stati 2.300 in più anche nel 2023) che ha portato la popolazione complessiva a quota 531.000 abitanti, il valore più alto mai raggiunto nella provincia reggiana.

La crescita demografica registrata nel 2024 non è stata però sostenuta dal cosiddetto “saldo naturale” (il rapporto tra nascite e decessi), che resta negativo (circa -1.900 unità), ma è interamente attribuibile al saldo migratorio, decisamente in positivo (le stime parlano di circa +4.000 persone) tra i movimenti interni italiani e i nuovi arrivi dall’estero. Dopo il crollo del 2020 e 2021 (gli anni del Covid), Reggio è dunque tornata ad attrarre popolazione straniera: nel 2024 si è registrato il più alto numero di acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di cittadini di origine straniera, ben 4.538.

Cresce, nel frattempo, l’età media della popolazione, con un numero di anziani (fascia 65-79 anni) e di grandi anziani (oltre 80 anni) che è aumentato di quasi 16.000 unità in un anno, arrivando a quota 121.500.

Tra i dati più interessanti spicca la “rivincita” del medio Appennino in termini di movimenti demografici, con il territorio comunale di Casina che ha fatto registrare un incremento dei residenti del 3,7% (200 in più, in massima parte persone piuttosto giovani – il 62% ha meno di 50 anni) e quello di Viano del 2,6% (86 in più).

 

Economia. Crescita del Pil in rallentamento, soffre l’industria

Come nel 2023, anche nel 2024 il Pil reggiano è aumentato complessivamente dello 0,4%, un valore che corrisponde circa alla metà di quello registrato nei due anni prima del Covid. Un rallentamento quasi interamente attribuibile al calo delle esportazioni, il cui valore si è abbassato di circa 900 milioni di euro rispetto ai 14 miliardi del 2023.

La conferma arriva dalla flessione (-0,4%) del valore della produzione della manifattura, l’unico comparto che ha fatto registrare un calo rispetto al 2023, mentre gli altri settori (costruzioni, agricoltura e servizi) sono tutti in positivo, con indici che vanno dal +0,9% al +2,2%. Le previsioni per il 2025 indicano una crescita del Pil che dovrebbe attestarsi a +0,5%, con una lieve ripresa anche delle piccole e medie imprese dell’industria e un rallentamento del calo registrato fin qui sui mercati esteri. Per una crescita un po’ più robusta occorrerà comunque attendere il 2026, anno per il quale le previsioni al momento indicano un possibile +1%.

Nel frattempo continua a scendere, però, il numero delle imprese attive in provincia: erano 47.379 a fine 2024, ma la diminuzione è proseguita anche quest’anno, tanto che a fine settembre 2025 se ne contavano 46.926. In calo soprattutto quelle che operano nel commercio (-4% dal 2022 al 2024).

 

Lavoro. Scende il tasso di disoccupazione, ma aumenta la precarietà

Dopo il rimbalzo negativo del 2023 (dal 4,2% al 5%), nel 2024 il tasso di disoccupazione si è portato al 3,5%, il dato migliore degli ultimi otto anni. La situazione relativa al mercato del lavoro non è però lineare: la dinamica è molto simile a quella osservata durante il periodo pandemico, caratterizzata da un contemporaneo calo degli occupati (2.400 in meno) e dei disoccupati (3.900 in meno), accompagnato da un aumento del numero di inattivi, che sono tornati oltre le 97.000 unità.

Gli iscritti alle liste di disoccupazione sono aumentati di 3.000 unità in un anno (+6%); in quattro anni ben 25.000 contratti di lavoro a tempo indeterminato sono stati sostituiti, in gran parte, da contratti a tempo determinato o di natura più flessibile. Una situazione delicata, dunque, nell’ambito della quale si evidenzia anche un forte aumento del ricorso alla cassa integrazione (+136% nel 2024), che si è protratto anche nei primi tre mesi del 2025.

 

Reddito delle famiglie: valori reali oltre l’inflazione

Dopo due anni consecutivi di calo, nel 2024 è tornato in terreno positivo il reddito reale delle famiglie reggiane. Non c’è stato, in sostanza, l’effetto erosivo dell’inflazione, che nel 2022 e nel 2023 – pur a fronte di un reddito nominale in aumento, rispettivamente, del 7% e del 4,8% – aveva determinato un calo del potere d’acquisto reale delle famiglie (-0,9% e -0,4%). Al +2,1% di aumento nominale, nel 2024 ha corrisposto un aumento del reddito reale dell’1,4% per le famiglie reggiane.

Tuttavia, ovviamente, il dato aggregato, ha sottolineato Mazzoli, “non tiene conto della distribuzione interna del reddito, e dunque non esclude un possibile ampliamento delle disuguaglianze, con alcune fasce della popolazione che potrebbero aver visto peggiorare la propria condizione economica”. Un’osservazione che, a maggior ragione, fa i conti con una riduzione drastica dei beneficiari delle misure di integrazione al reddito: “Con il passaggio dal Reddito e dalla Pensione di cittadinanza al Reddito di emergenza durante la pandemia, e successivamente all’Assegno di inclusione, il numero di persone raggiunte da questi strumenti è passato da circa 26.000 a meno di 4.000”. Un dato che apre interrogativi importanti sulla tenuta economica delle fasce più fragili della popolazione “e invita a riflettere su come i nuclei esclusi dai nuovi strumenti di sostegno riescano oggi a far fronte alle difficoltà economiche”.

 

Socio-sanitario: in aumento le depressioni

In ambito socio-sanitario si conferma un malessere, soprattutto giovanile, che non accenna a diminuire. Negli ultimi anni è stata registrata una crescita costante del numero di utenti in carico ai servizi di salute mentale, con un aumento particolarmente marcato nell’area della neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Negli ultimi cinque anni gli utenti minorenni presi in carico sono aumentati di circa il 25%, un ritmo di crescita più che doppio rispetto a quello dei servizi dedicati agli adulti.

Le persone trattate dai servizi di psichiatria dell’Ausl di Reggio sono state 23.950 nel 2024 (la metà erano minori), ben 1.138 in più rispetto al 2023.

All’interno dell’area di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza le patologie più diffuse riguardano i disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dello spettro autistico, che insieme rappresentano circa il 60% delle diagnosi complessive. Negli ultimi due anni si segnala un forte incremento dei disturbi dell’attenzione (+50%) e una crescita del 30% dei casi di autismo, a conferma della crescente complessità del disagio psicologico e cognitivo in età evolutiva.

Sono in aumento continuo anche le neoplasie e le depressioni, che colpiscono rispettivamente il 6,4 e il 6,3% della popolazione. I dati sono in linea con quelli regionali, ma colpisce in ogni caso quello relativo alle depressioni nella popolazione anziana, con oltre 16.000 casi (su un totale di 33.000) tra gli over 69 anni. Sin troppo facile ipotizzare che in molti casi questo sia dovuto a condizioni di solitudine, visto che gli anziani rappresentano la gran parte di quel 40% di nuclei unipersonali che costituiscono lo scenario familiare reggiano.



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