È morto in una clinica di Parma, dove si trovava agli arresti domiciliari per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, il boss della camorra di Giugliano Francesco Mallardo, vertice dell’omonimo clan: stava scontando una pena a 30 anni di reclusione in regime di 41-bis, attenuato solo dal recente peggioramento del suo stato di salute, dovuto alla malattia che infine l’ha stroncato.
74 anni, detto “Ciccio ‘e Carlantonio” (dal soprannome di famiglia), era uno dei componenti della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”, un cartello camorristico che per anni è stato egemone nell’area a nord di Napoli e che si era consolidato anche grazie all’intreccio di rapporti di parentela tra i suoi esponenti di punta.
Mallardo, dopo aver gestito per un breve periodo il contrabbando di sigarette, per anni è stato uno dei principali antagonisti della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Con il cugino Feliciano, detto “‘o sfregiato”, Mallardo aveva concentrato le sue attenzioni sugli affari derivanti dal settore dell’edilizia e dal mondo delle transazioni immobiliari, trasformando il clan da camorra “contadina” (proveniva da una famiglia di agricoltori) a imprenditoriale, più efficace nel ripulire rapidamente il fiume di “soldi sporchi” proveniente dagli affari di due distinti gruppi (quello del Selcione e quello delle Palazzine).







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