Modena. Scritte contro Biagi, nel 16esimo dell’omicidio del giuslavorista da parte delle Br

"Marco Biagi non pedala più, onore a Mario Galesi, onore ai compagni combattenti". Sono alcune delle scritte comparse, in occasione del 16esimo anniversario dell’uccisione da parte delle nuove Brigate rosse del giuslavorista Marco Biagi sui muri della facoltà di economia di Modena, dove insegnava e dove sono in programma iniziative per ricordarlo. Ne ha dato notizia Michele Tiraboschi, storico collaboratore di Biagi, che ha pubblicato le foto su Facebook.

 
Un gesto violento e vigliacco. "Marco Biagi era un uomo libero che voleva dare risposte e tutele ai lavoratori. Le scritte comparse sui muri della facoltà di Economia offendono lui e la sua memoria e insieme tutta la città, libera e democratica". Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, interviene per esprimere la propria vicinanza alla famiglia del professore e condannare le scritte infamanti comparse nel giorno del sedicesimo anniversario della sua morte: "È stato un gesto violento e vigliacco e mi auguro che le indagini in corso trovino presto i responsabili".
Al commento del sindaco di Modena si associa l’assessore al Lavoro Andrea Bosi che esprime il proprio disgusto per scritte che sono "indegne, vergognose e inaccettabili".

"Lo Stato ha abbandonato mio padre. Mio padre aveva una scorta fino a pochi mesi prima di essere ucciso, fino al novembre del 2001. Per cui penso che il fatto che gli sia stata tolta senza motivo o comunque con una grande sottovalutazione del pericolo sia una cosa molto grave".

Così il figlio di Marco Biagi, Lorenzo, è tornato sul caso della mancata scorta al giuslavorista ucciso a Bologna dalla Nuove Br. "Spero – ha aggiunto Lorenzo a margine del ricordo del padre a pochi metri dal luogo dell’omicida – che questo non capiti più ad altre persone o altre figure come lui".

 


Mattarella: una ferita aperta ma terrorismo esce sconfitto
– "Sono trascorsi sedici anni dal crudele agguato in cui venne ucciso Marco Biagi e la ferita inferta dai terroristi assassini è ancora aperta nella nostra comunità civile". 


Lo si legge in una dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "In questa giornata desidero rinnovare la mia vicinanza e la mia solidarietà alla signora Marina Orlandi Biagi, ai familiari, agli amici, ai colleghi, a quanti hanno continuato in questi anni a sviluppare i temi della ricerca di Biagi, approfondendo e ampliando il confronto, cercando soluzioni positive alle domande poste dai mutamenti profondi del lavoro e dei mercati, tentando di tenere insieme le esigenze di competitività del sistema con i principi costituzionali di equità e di giustizia sociale", prosegue il capo dello Stato. "Il terrorismo è stato sconfitto irrevocabilmente nella coscienza popolare, grazie all’unità del popolo italiano. Nel loro assalto all’ordinamento e alla convivenza civile, i terroristi hanno spezzato con disumanità tante vite e provocato immense sofferenze, ma non sono riusciti a disgregare la società e a colpire la Costituzione, che resta il fondamento della Repubblica", dice ancora Sergio Mattarella.

Scritte Biagi, consiglieri regionali: atto vergognoso e vigliacco.
Nota dei consiglieri regionali modenesi del Pd Boschini, Campedelli, Sabattini e Serri
I consiglieri regionali modenesi del Pd Giuseppe Boschini, Enrico Campedelli, Luca Sabattini e Luciana Serri condannano con fermezza le scritte contro la memoria di Marco Biagi, comparse sui muri della Facoltà di Economia a Modena. Ecco la loro dichiarazione comune: 
"Le scritte comparse sui muri di Modena che offendono la memoria del professor Marco Biagi, e di tutte le vittime del terrorismo, rappresentano un fatto di inaudita gravità e che va condannato fermamente. La morte di Biagi è una ferita ancora aperta per la città di Modena e per il Paese intero e quelle scritte sono un atto vergognoso compiuto da vigliacchi vaneggianti. Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla famiglia Biagi. 16 anni dopo la sua scomparsa, Biagi resta nella memoria dell’Italia democratica come un uomo che ha servito lo Stato, la libertà di opinione e la democrazia. A differenza di chi, nascondendosi dietro un atto così vile, non è degno di fare parte di uno Stato democratico".