Modena. Coop usa carta in cacca elefante

È modenese l’unica impresa italiana che utilizza per scopi "business" la carta ricavata dalle feci di elefante. Si tratta di Insieme, la cooperativa di utenza nata a Modena nel 2010, aderente a Confcooperative e specializzata nella fornitura di servizi assicurativi (dal 2016 ai soci fornisce anche servizi energetici). 
 
«La carta che usiamo si chiama Elephant poopoopaper ed è prodotta in Thailandia da una cooperativa certificata Fair Trade, cioè collegata al circuito del commercio equo e solidale – spiega il presidente di Insieme Antonio Fierro – Per sviluppare la carta con grammatura 80 e il formato A4, il produttore ha dovuto realizzare una linea specifica dedicata alla nostra cooperativa perché finora nessuna impresa aveva mai ordinato carta per usi commerciali». 
 
La carta in cacca di elefante non è una novità: viene venduta da qualche anno anche in Italia dalle botteghe del commercio equo, come quella della cooperativa sociale Vagamondi di Formigine. Generalmente, però, serve a produrre post it, lettere, buste, block notes. Si usa, insomma, per la comunicazione informale e ha, quindi, un mercato di nicchia. La carta acquistata da Insieme, che ha già ricevuto una prima fornitura da 9 mila fogli e sta aspettando una seconda fornitura da altri 9 mila fogli, viene prodotta da artigiani (in prevalenza donne) thailandesi che lavorano da casa. 
 
«Questo per noi è molto importante perché – sottolinea Fierro – significa che non sfruttiamo persone occupate in fabbriche dove le condizioni di lavoro non sono verificabili, oppure sono facilmente "taroccabili". Le persone che producono la nostra carta sono pagate con contratti regolari, compresi i contributi previdenziali, certificati Fair Trade». 
 
Attualmente il costo della Elephant poopoopaper è di circa quaranta volte superiore a quello della carta riciclata. In compenso l’impatto ambientale è molto ridotto rispetto ai cicli delle cartiere; l’uso dell’acqua è inferiore del 90 per cento, non si ricorre a decoloranti al cloro o chimici, nessun albero viene abbattuto. Inoltre gli elefanti, essendo diventati un bene di produzione, sono protetti dalle popolazioni locali. Prima li consideravano antagonisti che sottraevano terreni fertili all’agricoltura; ora, invece, li difendono dai bracconieri. 
 
«Abbiamo sempre usato carta riciclata e, visti gli alti costi, per ora sostituiremo con la carta in cacca di elefante solo una quota della nostra fornitura – aggiunge Fierro – Le fatture, la prima pagina di ogni polizza e la documentazione accessoria, per complessivi 25 mila fogli l’anno, sono in cacca di elefante. Ci impegniamo, però, a stampare sempre meno e arrivare entro tre anni a usare prodotti completamente alternativi, ecosostenibili e solidali».