Mobilità sostenibile, aspro dibattito in Regione: programma da 3,6 miliardi di euro

assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna

E’ stato presentato, dopo aspro dibattito, il “Documento ricognitivo e programmatico delle attività inerenti la mobilità sostenibile ‘Mobilità sostenibile – Programmazione 2022-2025 per la transizione ecologica’”. La relazione è stata dell’assessore Andrea Corsini (Mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo, commercio) davanti alle commissioni in seduta congiunta Territorio e Bilancio, presiedute rispettivamente da Stefano Caliandro e Massimiliano Pompignoli.

In apertura, si è registrata la contestazione, da parte della minoranza, della presentazione di un documento ricevuto poco prima e della mancanza di tempo per approfondire un documento di programmazione dove ci sono investimenti ingenti. Al termine, è stato deciso di convocare venerdì la commissione Territorio per la discussione sulla mobilità sostenibile.

L’assessore Corsini ha spiegato che si tratta di un “atto di ricognizione sugli investimenti per la mobilità sostenibile legato all’approvazione del Prit (Piano regionale integrato dei trasporti). Sono interventi già pianificati”. Il programma all’esame, può contare su 3,6 miliardi, di cui 1 dalla Regione, investiti in progetti sul Trasporto pubblico locale su ferro e gomma, trasporti filoviari, infrastrutture ferroviarie, mobilità ciclabile.

Il Covid, ha affermato l’assessore, ha fatto rivedere alcune modalità legate alla capienza dei trasporti. “Molti progetti sono stati concretizzati- ha spiegato Corsini- come la Pontremolese, la ferrovia per il porto di Ravenna e la previsione della Regione per la bretella ferroviaria Dinazzano-Marzaglia per aumentare le quote di merci trasportate su ferro. Nel 2020 sono previsti trasporti su ferro per 25 milioni di tonnellate. Per i 350 km di Ferrovie regionali, completeremo il processo avviato: da qui al 2025 ci sarà l’elettrificazione di tre linee reggiane (entro metà 2022) e con risorse del Pnrr verrà elettrificata l’ultima linea ferroviaria serviti da motrici diesel, la Ferrara-Codigoro. Vogliamo arrivare a emissioni zero dai treni”.

L’assessore ha ricordato come sia stato rinnovato il Parco rotabile (86 treni per 750 milioni) e oggi la regione “è quella con l’età media più bassa di treni. Con le risorse del Pnrr, e in parte della Regione, acquisteremo altri 12 treni”.

Investimenti importanti per il trasporto su gomma. “Da qui al 2033- ha scandito il titolare dei Trasporti- la Regione avrà 500 milioni di euro per rinnovare oltre il 60% degli automezzi. Siamo un po’ indietro rispetto alla media Ue, dobbiamo recuperare”. Ora le risorse ci sono e nei prossimi tre anni ci sarà la sostituzione di 700 bus e nel 2033 saranno 2.000, con la prevalenza di elettrico nei tratti urbani e di mezzi con emissioni ridotte (non diesel) cioè a metano in quelli extraurbani. “Due i progetti per il servizio ferroviario: quello metropolitano di Bologna (Sfm) con 250 milioni finanziati e progetti approvati – ora Rfi deve realizzare i progetti per andare dalla città verso i comuni con tempi di 30 minuti -; poi c’è il Metro mare sulla costa riminese (finanziati due lotti, uno già realizzato, e si lavora per il terzo lotto funzionale (Riccione-Cattolica); infine, c’è il trasporto rapido su ferro Ravenna-Rimini con l’eliminazione dei passaggi a livello” ha spiegato Corsini.

Sulla mobilità ciclabile, l’assessore ha detto che i fondi del Pnrr consentiranno di completare le due ciclovie nazionali Vento e Sole (20 milioni).

Riguardo alle merci, l’obiettivo “è di aumentare del 30% il trasporto su ferro. Ma servono- ha continuato Corsini- investimenti infrastrutturali. In primis, per la linea ferroviaria Dinazzano-Marzaglia. Poi, la Regione investirà 60 milioni per completare entro la ferrovia Ferrara-Codigoro entro il 2023”.

Marco Lisei (Fratelli d’Italia) ha detto di “non condividere la scelta per linee e tratte. La ciclabilità urbana e il bike to work, poi, avranno una ricaduta negativa per l’interferenza con il Tpl e con la mobilità privata. Inoltre, le corsie ciclabili, dove sono state realizzate, si sono dimostrate pericolose anche per gli stessi ciclisti: due strisce disegnate su strade ad alta percorrenza. La Regione deve garantire che la ciclabilità sia sicura”. Ma, ha continuato il capogruppo Fdi, “non ci devono essere progetti che puntino a disincentivare l’uso del mezzo privato: il pubblico deve favorire il passaggio a mezzi più sostenibili e meno inquinanti, ma non deve puntare a progetti che rendano impossibile la vita ai cittadini che devono spostarsi. E ancora: in relazione al trasporto merci, non si parla di logistica su gomma né di trasporto di corrieri e altri mezzi. Occorre favorire il rinnovo del parco mezzi di queste aziende”.

Michele Facci (Lega) ha sostenuto che “questo documento non ha considerato i cambiamenti portati dal Covid. Lo stesso documento dava atto della difficoltà dei cittadini a usare il Tpl. Si investono ingenti somme senza considerare l’insicurezza dell’uso dei mezzi pubblici quando siamo nella quarta ondata pandemica”. Si stanziano 3,6 miliardi, “ma non risulta che ci siano i pareri dei soggetti interessati: Enti locali, società di trasporto, sindacati, comitati degli utenti e autonomie locali. Si tratta, pertanto, di un documento frettoloso. E’ una sorta di rincorsa alle risorse per destinarle al Tpl senza considerare il trasporto privato. La Regione non ha adeguato il Prit in tempo, e oggi è vecchio”.