Il caso del cosiddetto “Sportello antirazzista” di Reggio, annunciato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale reggiana, finisce di nuovo in Parlamento: questa volta con un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, che ha chiesto al governo se sia informato della nascita di questo sportello e se siano state rispettate le norme in materia di conferimento degli incarichi e in materia di schedatura e gestione dei dati dei cittadini da parte di soggetti privati.
“Nel Comune di Reggio Emilia è assurto alle cronache – si legge nel testo dell’interrogazione – un ipotetico caso di utilizzo opaco e nepotistico dello strumento delle attività antidiscriminatorie da parte del sindaco e della giunta del medesimo Comune. Le cronache narrano di dubbi pesanti sul rischio di schedature illegali a proposito dello “sportello antirazzista” del Comune di Reggio, con ombre di conflitto d’interessi tra amministratori pubblici del Pd e membri della cooperativa Dimora d’Abramo, cui la giunta comunale avrebbe destinato in autonomia la gestione dello sportello antirazzista del Comune medesimo”.
L’inchiesta giornalistica, prosegue il deputato Vinci nell’interrogazione, “avrebbe evidenziato diverse anomalie nel comportamento della giunta e nella trasparenza della cooperativa Dimora d’Abramo, tra cui le modalità di affidamento della gestione dello sportello antirazzismo, gli oneri correlati a carico del Comune, che sarebbero pari a 28.000 euro, gli eventuali ulteriori incarichi affidati alla cooperativa, le modalità di gestione e di tutela della privacy sulle denunce poste allo sportello, eventuali redazioni di dossier delle denunce e relativa cura, esistenza di criteri per l’esibizione delle denunce e per scongiurare delazioni, possibile presenza nella cooperativa di persone indagate per redazione di dossier illegali, eventuale presenza nei vertici della cooperativa di persone con conflitto d’interessi, tra cui segnatamente l’assessore competente che farebbe parte della Fondazione Mondinsieme, domiciliataria dello sportello antirazzista”.
Il deputato di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto al governo “se sia a conoscenza della vicenda descritta in premessa in ordine ai possibili vizi amministrativi e giuridici riguardanti l’esercizio delle attività di antidiscriminazione curate dallo sportello contro il razzismo del Comune di Reggio Emilia e se comunque non intenda accertare se la relativa disciplina sia conforme alle disposizioni di cui al Dlgs n. 215/2003 sopra richiamate, anche verificando se la cooperativa Dimora d’Abramo sia inserita nei sopracitati registri pubblici; se la citata cooperativa abbia mai collaborato con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali; se esistono modalità di schedatura dei cittadini e in tal caso se tale tenuta violi la normativa sulla tutela della privacy”.







Ultimi commenti
Amareggiato il Sindaco per aver scoperto che la realtà è differente dal desiderio?Nessuno pone in discussione le intenzioni, ma i risultati parlano. Mai una giunta […]
Francesca Albanese persevera nella sua testimonianza sui crimini gravissimi che il Governo di Israele sta compiendo in Palestina. Testimonianza basata - come è possibile dedure
Ma pensate ai delinquenti insediati all'interno delle istituzioni europee e nazionali che fanno soldi con il commercio delle armi.