L’Emilia a difesa di apicoltura e ‘api italiane’

apicoltura

Contrastare lo spopolamento degli alveari e i casi di moria delle api con l’adozione di regole più severe sull’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, fino all’individuazione di aree di particole interesse apistico e agroambientale in cui vietare tout court qualsiasi trattamento oppure consentire solo l’impiego di sostanze di cui sia comprovata la non tossicità su api e insetti pronubi.

E ancora, salvaguardare la biodiversità delle specie di api, in particolare preservando dal rischio di ibridazione la sottospecie “Apis mellifera ligustica”, più comunemente nota come “ape italiana”, allevata e diffusa in Emilia-Romagna, nonché esportata in tutto il mondo per le sue peculiari caratteristiche.
E, infine, adottare adeguate misure di difesa igienico-sanitarie per proteggere gli alveari dal rischio di diffusione di malattie vecchie e nuove.

Sono alcuni degli obiettivi del progetto di legge “Norme per lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura in Emilia-Romagna” varato oggi pomeriggio dalla Giunta regionale e che ora passa al vaglio dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva. Una proposta legislativa elaborata in stretta collaborazione tra gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità e frutto di un’ampia concertazione con il mondo produttivo e scientifico e che in 11 articoli si prefigge il compito di mandare in pensione la vecchia normativa regionale risalente a 30 anni fa.

Il progetto di legge, che rimanda per le azioni concrete all’approvazione da parte della Giunta regionale di un ‘programma apistico poliennale’, secondo le linee strategiche e gli obiettivi dettati dall’Assemblea legislativa e in linea con l’Organizzazione comune di mercato della Ue, riconosce l’apicoltura come settore produttivo agricolo-zootecnico a tutti gli effetti di elevato interesse per l’economia regionale, attribuendone la duplice valenza di conservazione dell’ambiente e di salvaguardia della biodiversità.

Le nuove norme ridefiniscono inoltre le competenze nell’esercizio dell’attività di vigilanza e controllo, compreso il quadro sanzionatorio, oltre ad istituire il Tavolo apistico regionale, organo consultivo in cui siederanno i rappresentanti di tutte le categorie interessate.

Secondo i dati dell’Anagrafe dell’apicoltura del Ministero della salute, al 31 dicembre 2017 erano circa 110mila gli alveari censiti in Emilia-Romagna. La produzione 2018 di miele è stata stimata intorno alle 2.500 tonnellate, in risalita rispetto all’anno precedente.