Lega-Movimento5Stelle, una lite continua. Di Maio: “È in gioco la tenuta del governo”

Salvini Di Maio parlamento

Più ci si avvicina alle elezioni del 26 maggio, più il governo appare vicino alla rottura tra i due alleati, la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio.

L’ultimo fronte caldo in ordine di tempo riguarda la questione dei migranti, con l’attacco scomposto del vicepremier del Carroccio al presidente del consiglio Giuseppe Conte sulla vicenda della Sea Watch, la nave della Ong tedesca bloccata a 15 miglia da Lampedusa dopo aver soccorso 65 persone. Salvini ha ribadito il suo no a qualsiasi apertura dei porti tirando in ballo in modo esplicito il premier: “Non c’è presidente del Consiglio o ministro Cinque Stelle che tenga, in Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano più”.

Immediata la replica dell’altro vicepremier pentastellato, che ha usato parole altrettanto dure contro l’alleato: “La sua arroganza ricorda quella di Renzi, di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e non ne sentiamo la mancanza”. A stretto giro è filtrata anche l’irritazione dello stesso Conte, affidata a fonti di palazzo Chigi: “Conte non partecipa alla competizione elettorale e non si lascia certo coinvolgere nella dialettica che la sta caratterizzando. Piuttosto invita tutti i ministri a mantenere toni adatti a chi rappresenta le istituzioni. Il presidente del Consiglio non dà e non ha mai dato ordini. Come previsto dall’art. 95 della Costituzione dirige la politica generale del governo e ne è responsabile; coordina l’attività di tutti i ministri, nessuno escluso”.

Ma quello sui migranti è solo uno dei tanti motivi di scontro interno alla maggioranza. I dossier più spinosi restano sempre quello della sicurezza – con il Decreto sicurezza-bis pronto a entrare nell’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri (in programma la prossima settimana) – e quello della famiglia, tema quest’ultimo che ha fatto sbilanciare Di Maio: “In questo governo possiamo dividerci su tutto, ma non sulla famiglia. Su questo decreto si giocano il destino e la tenuta del governo. Vedo ostruzionismo, non costruzionismo. Spero non ci siano rotture, ma se mi si impedisce, come ministro del lavoro, di fare un decreto sulla famiglia, allora il tema non è l’oggetto dell’iniziativa del Movimento 5 Stelle: qui si vuole andare sempre e comunque contro il Movimento e quello che fa”.