L’Armata Rossa

Si è mossa l’Armata Rossa, schierando l’intero potenziale bellico.
Di terra, di cielo, di mare.
Prima di tutto – come da prassi – i carri armati (Ucraina docet!).
Arrivati, in un batter d’occhio, a Roma.
Dove hanno occupato la Camera dei Deputati.
Dove Ilenia Malavasi – orgogliosa – ha piantato la bandiera rossa.
E si è scagliata, con tutto il suo peso, fisico e politico, contro il giornalista Nicola Fangareggi.
Colpevole di avere offeso – ripetutamente – l’assessora Marwa Mahmoud – così l’onorevole – “con parole grevi, violente, gravissime…”.
Un altro attacco scriteriato e vile.
Dall’alto di uno scranno parlamentare.
Con la certezza dello scudo dell’immunità.
Contro la libertà di stampa e il sacrosanto diritto di avere ed esprimere una propria opinione.
Diversa da quella dei padroni del vapore.
L’onorevole Giovanni Donzelli, di Fratelli d’Italia, l’altro giorno, nel corso di un incontro con i giornalisti, in Parlamento, ha dato gentilmente del “pezzo di merda” al giornalista Giacomo Salvini, quello che ha scritto il libro “Fratelli di chat”. Che non deve essere piaciuto.
Il Pd, giustamente, ha immediatamente inveito contro Donzelli.
Beh, diciamolo!
L’onorevole Malavasi, senza raggiungere – perché impossibile – i toni e la volgarità di Donzelli, nella sostanza, non è stata da meno.
Perché l’obiettivo è sempre lo stesso. Colpire la libertà di pensiero.
Adesso, l’arrivo della Marina Militare Rossa.
Con in testa la corazzata Potëmkin.
Il giudizio sull’intervento dell’onorevole Malavasi?
Oggi è il cinquantenario del primo film di Fantozzi.
Lo stesso di Fantozzi sulla corazzata Potëmkin.