L’appello di Amnesty Italia in vista delle elezioni: “Le istituzioni non dimentichino Patrick Zaki”

Patrick Zaki maglietta Bologna

A fine giugno nel tribunale di Mansura, in Egitto, si era conclusa con l’ennesimo rinvio – questa volta al 27 settembre – l’ultima udienza relativa al caso di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna scarcerato l’8 dicembre del 2021 dopo 22 mesi di detenzione ininterrotta.

Il giovane ricercatore, attivista per i diritti umani e di genere, nonostante sia potuto uscire dal carcere non è ancora fuori pericolo: è infatti tuttora accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese” per un articolo giornalistico del 2019 relativo alla situazione della minoranza cristiana copta in Egitto, e dovrà dunque passare attraverso le restanti fasi del processo, senza la possibilità – almeno per il momento – di poter lasciare il paese nordafricano.

Dopo quell’udienza, tuttavia, sul destino di Zaki è sostanzialmente calato il silenzio. “Siamo al primo settembre e inizia il consueto conto alla rovescia in vista della data della prossima udienza: un countdown che parte nel completo silenzio delle istituzioni, impegnate in campagna elettorale”, ha denunciato all’agenzia di stampa Ansa il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, che ha seguito da vicino tutta la vicenda umana e processuale.

Il timore, secondo Noury, “è che su Patrick ci sarà nelle prossime settimane solo silenzio, così come la preoccupazione che i suoi diritti non siano un tema spendibile in campagna elettorale. La sensazione ulteriore è che l’emotività su questa vicenda sia diminuita, come se ci si fosse rilassati da quando Patrick è uscito dal carcere. Come se fosse sufficiente questo. Invece Zaki è ancora sotto processo, bloccato in Egitto perché non è autorizzato a viaggiare, e la sua vicenda non è affatto chiusa. Non può esserci alcun rilassamento, alcuna soddisfazione nel vedere un ragazzo che non può realizzare il suo desiderio di finire gli studi e di tornare a Bologna”. Per questo motivo Amnesty ha fatto appello all’intero arco parlamentare affinché siano organizzate “iniziative sul piano politico in vista del 27 settembre”.