La Regione boccia il Fondo unico europeo: “Proposta inadeguata e miope”

presidente Michele de Pascale ER – RER

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha proposto di rivoluzionare il Quadro finanziario pluriennale dei prossimi sette anni (il Qfp 2028-2034) dell’Unione europea, accorpando oltre 540 programmi in un unico contenitore.

Nel nome della semplificazione, il futuro “Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza economica, territoriale, sociale, rurale e marittima sostenibili” (come è stato denominato il nuovo fondo unico, primo pilastro del Qfp) accorperà un groviglio di linee di bilancio fino a oggi indipendenti, tra cui entrambi i pilastri – ovvero lo sviluppo rurale e i pagamenti diretti – della Pac (la Politica agricola comune europea), il fondo di coesione e di sviluppo regionale, il fondo sociale, la politica comune della pesca – e, a partire dal 2028, anche il fondo sociale per il clima. Tutti i programmi manterranno la propria base giuridica, ma si muoveranno all’interno del contenitore comune.

Un’impostazione, però, fortemente criticata dalla Regione Emilia-Romagna: “La proposta di bilancio pluriennale varata dalla Commissione europea è inadeguata, miope e non coraggiosa”, hanno attaccato il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessore regionale ai rapporti con la Ue Alessio Mammi. “Sminuisce il ruolo delle Regioni, così come quello dei territori nella capacità di gestione e di condivisione politica. Inoltre, assegnando i fondi direttamente agli Stati, si limita e si tradisce il ruolo dell’Europa come collettrice di politiche sovranazionali”.

“In un momento come questo – hanno aggiunto de Pascale e Mammi – in cui abbiamo bisogno di una reazione dell’Europa, vista anche la situazione geopolitica e commerciale, affidando i fondi unici agli Stati viene meno quella visione comune dell’Europa e si indebolisce l’Europa stessa come entità politica”. Non solo: secondo il presidente e l’assessore “è molto grave la costituzione di un fondo unico tra Pac e le risorse di coesione, poiché metterli insieme rischia di creare cortocircuiti e aumenta la burocrazia nei processi decisionali”; a maggior ragione “in settori come l’agricoltura, che è strategico e fondamentale, il rischio è quello di far perdere risorse”.

De Pascale e Mammi hanno anche bollato come “gravissima la scelta di aver ridotto i fondi dell’agricoltura del 20%, un ulteriore segnale negativo rispetto a un settore, quello agricolo e agroalimentare, che è stato fondamentale in vari passaggi come la crisi pandemica e la crisi generata dalla guerra in Ucraina. L’Europa si è inventata la Pac e rischia di implodere proprio sul fatto che decide di far giocare un ruolo secondario all’agricoltura”.

L’auspicio, per gli amministratori regionali emiliano-romagnoli, “è che venga data la possibilità al Parlamento europeo di apportare modifiche sostanziali a questa proposta, una richiesta che proviene dai gruppi parlamentari di maggioranza dei Socialisti, Popolari, Liberali e Verdi, e anche il Comitato delle Regioni con la presidente Kata Tüttő si è già schierato in maniera critica verso quanto proposto. Auspichiamo che il commissario Fitto assuma la medesima posizione, perché se così non fosse ci troveremmo di fronte a intenti che vanno in un senso e atti che vanno in un altro. Ci aspettiamo che questa proposta avanzata dalla presidente von der Leyen venga respinta al mittente tanto dal governo Meloni quanto da tutte le forze di maggioranza e di opposizione”.



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