Italia viva Reggio: bene i test genomici gratis, in Emilia non si muore solo di Covid

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Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi di tumore del seno, 4.500 circa in Emilia-Romagna, ma da un tumore al seno individuato in fase iniziale si può guarire, e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è superiore all’87%.

Per combattere l’aggressività del tumore e analizzare i geni che ne regolano la crescita e l’invasività, si utilizzano i test genomici che però sono gratuiti solo quando la donna colpita ha meno di 50 anni o ha una storia familiare significativa.

Nel 2020 Italia Viva ha presentato un emendamento all’interno della legge di Bilancio per istituire un fondo di 20 milioni di euro destinato ai test genomici per carcinoma mammario in stadio precoce, che permette il rimborso diretto delle spese per l’acquisto degli ospedali pubblici e privati convenzionati.

L’Emilia-Romagna, che riceverà 1.681.000 euro all’anno, ancora una volta si distingue e diventa la prima regione in Italia nel recepire il decreto del Ministero della salute che prevede il rimborso dei test

“Non solo Covid.

Non dobbiamo mai dimenticare come i tumori siano anche oggi una delle cause di morte e di invalidità più frequenti, anche fra i giovani ed i giovanissimi.

La medicina e la scienza ogni giorno però offrono nuove cure e nuove speranze, ma sempre nel caso di una diagnosi precoce, prima che i danni all’organismo siano irreversibili.

Rendere disponibili a tutte le donne, e non solo a quelle che hanno i mezzi per permetterseli, gli strumenti per questa analisi precoce è veramente un passo avanti enorme di civiltà e di giustizia sociale.

Ed ancora una volta l’Emilia Romagna è in prima linea.” il commento dei coordinatori provinciali Italia Viva Reggio Emilia, Maura Manghi e Francesco Magnani.

La delibera regionale, in pratica, prevede che la prestazione venga erogata a carico del Servizio sanitario nazionale, senza oneri a carico dei cittadini

Si tratta di una rilevante trasformazione nel campo dell’oncologia precoce, in grado anche di ridurre del 50/65% dei casi il ricorso alla chemioterapia.