Affidi, revocati i domiciliari a Carletti

Andrea Carletti sindaco di Bibbiano

Venerdì 20 settembre il tribunale della libertà di Bologna, pronunciandosi sul ricorso presentato dalla difesa del primo cittadino reggiano, ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari per il sindaco (sospeso) di Bibbiano Andrea Carletti, che era confinato nella sua abitazione dallo scorso 27 giugno per il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Angeli e Demoni” della procura di Reggio, che ha aperto uno squarcio sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della val d’Enza.

Carletti, che è accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico, avrà in ogni caso l’obbligo di dimora nel suo Comune di residenza, Albinea, in provincia di Reggio.

La decisione dei giudici bolognesi è arrivata dopo sole 24 ore da un altro importante punto messo a segno dalla difesa di Carletti: venerdì 19 settembre, infatti, lo stesso tribunale della libertà di Bologna aveva rigettato l’appello del pubblico ministero di Reggio Valentina Salvi – che aveva chiesto per l’indagato ulteriori misure cautelari – ritenendo priva di gravità indiziaria una delle ipotesi di abuso d’ufficio contestate a Carletti, quella relativa all’affidamento di alcuni incarichi legali.

“In questi due giorni il tribunale della libertà ha riportato gli addebiti mossi a Carletti a una dimensione diversa e molto più contenuta rispetto a quella che gli effetti distorsivi della fortissima campagna mediatica avevano determinato. Ne escono ridimensionati anche i termini di gravità indiziaria e di necessità cautelare di questa vicenda”, ha commentato il professor Vittorio Manes, uno dei difensori di Carletti.

“Su questa vicenda – ha precisato Manes – va tracciata una linea di distinzione molto chiara tra le presunte irregolarità amministrative che concernono l’affidamento del servizio da una parte e le modalità e le presunte distorsioni dello svolgimento del servizio di psicoterapia dall’altra”. Gli addebiti mossi a Carletti, ha concluso Manes, “si muovono solo sul primo versante e non hanno nulla a che vedere con i presunti abusi terapeutici”.