Impianto di economia circolare Forsu a Gavassa, l’iter di autorizzazione è allo sprint finale

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Venerdì 25 ottobre nella sede del Tecnopolo di Reggio Emilia è stato presentato in conferenza stampa il progetto dell’impianto di economia circolare Forsu (acronimo per “Frazione organica dei rifiuti solidi urbani”) che la multiutility Iren – tramite la società Iren Ambiente – ha proposto di realizzare nella frazione di Gavassa del comune emiliano, in un’area già destinata ad attività produttive.

L’investimento per la sua realizzazione, pari a 54 milioni di euro, è il più consistente (in termini economici) e tra i più rilevanti dal punto di vista ecologico tra quelli realizzati a Reggio negli ultimi vent’anni. Essendo un impianto a libero mercato, inoltre, non andrà a impattare direttamente sulla tariffa per il trattamento dei rifiuti urbani.

Il progetto è considerato virtuoso dai suoi proponenti non solo sotto il profilo della sostenibilità ambientale, ma anche sotto quello dell’economia circolare, dal momento che il processo non prevede “scarti”, se non quelli costituiti dal materiale in ingresso eventualmente non compostabile – che sarà inviato a recupero energetico o a smaltimento.

L’obiettivo dell’impianto è infatti quello di ricavare dalla frazione organica e dalla frazione verde vegetale dei rifiuti (ottenute attraverso raccolte differenziate dedicate) due nuovi prodotti: il biometano (ricavato dalla purificazione del biogas), una fonte energetica completamente rinnovabile che andrà progressivamente a sostituire l’utilizzo di combustibili fossili non rinnovabili per usi energetici (riscaldamento e autotrazione), e compost di qualità, biodegradabile, classificato dalla normativa sui fertilizzanti come ammendante compostato misto, che potrà essere utilizzato per l’agricoltura, l’hobbistica e la florovivaistica al fine di migliorare i terreni dal punto di vista nutritivo.

Non solo: il processo prevede anche il totale recupero di anidride carbonica (CO2) con caratteristiche qualitative che ne consentono il pieno utilizzo per scopi industriali, ad esempio per la carbonatazione delle bevande.

L’impianto Forsu di Gavassa, dunque, consentirebbe – in una logica di economia circolare – di “chiudere” il ciclo della gestione complessiva dei rifiuti, caratterizzato a Reggio da una raccolta differenziata attestata ormai a una quota dell’80%. Il territorio reggiano produce oltre 30.000 tonnellate di rifiuto organico all’anno proveniente dalle utenze domestiche e commerciali, che fino ad oggi sono state avviate al recupero in impianti di altre province, anche fuori dall’Emilia-Romagna.

La scelta è ricaduta su Reggio anche perché attualmente la provincia reggiana, a differenza di quelle vicine, non ospita importanti impianti di recupero di materia; la localizzazione, dunque, tra gli altri aspetti presi in considerazione consentirà anche un adeguato equilibrio dei carichi ambientali sul territorio.


Ma a che punto è l’iter di autorizzazione? Dopo la raccolta dei pareri da parte della Conferenza dei servizi il progetto, corredato dagli elaborati di variante agli strumenti urbanistici vigenti del Comune di Reggio Emilia (ovvero il PSC, il Piano strutturale comunale, e il Rue, il Regolamento urbanistico edilizio) e del testo dell’accordo territoriale tra gli enti coinvolti, sarà presentato ai consigli comunali di Reggio Emilia, San Martino in Rio e Correggio, chiamati a deliberare su alcuni punti qualificanti.

In primis il cosiddetto “accordo di autolimitazione”, con il quale i tre Comuni e Iren si impegnano a conferire annualmente nell’impianto di Gavassa la quantità di Forsu prodotta nelle due sole provincie di Reggio e Parma (e non, come inizialmente previsto, anche in quella di Piacenza), che nel 2018 è stata complessivamente pari a circa 80.000 tonnellate.

Contestualmente all’inserimento dell’impianto nella programmazione urbanistica, inoltre, i tre Comuni si impegnano a cancellare 58,6 ettari di aree potenzialmente produttive riclassificandole come territorio agricolo. L’area sulla quale insiste l’investimento, infatti, è di circa 80 ettari: 17 di questi saranno destinati all’investimento, mentre circa 60 saranno ritrasformati in territorio agricolo.

L’accordo, infine, prevede misure di mitigazione, compensazione e miglioramento della qualità ambientale del sistema insediativo nella frazione di Gavassa (per un importo complessivo di 2,85 milioni di euro): nuove piantumazioni, in particolar modo lungo i percorsi ciclopedonali; opere di riqualificazione e moderazione su via Fleming, presso l’area per servizi di quartiere (scuola, zona sportiva, chiesa) e su via Vertoiba/via Lenin; interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza dell’accessibilità alla scuola comunale di Gavassa; opere di forestazione urbana in zona autostrada (area via Morucci/via Caduti muro di Berlino).

Terminati con successo questi passaggi, la Regione Emilia-Romagna – titolare dell’autorizzazione finale alla costruzione dell’impianto – dovrebbe approvare il progetto entro la fine di novembre con una deliberazione di giunta.

Il percorso a livello regionale della Conferenza dei Servizi, che ha valutato il progetto nei suoi diversi aspetti, ha infatti già raccolto i pareri favorevoli delle autorità sanitarie e di tutela dell’ambiente, che non hanno segnalato motivi ostativi all’approvazione, seppur con prescrizioni per mitigazioni e monitoraggio.

Particolare attenzione è stata dedicata alle possibili ricadute sulla filiera agroalimentare, con un occhio di riguardo ai prodotti tipici, a cominciare dalla produzione di Parmigiano-Reggiano. Nello specifico, il quadro complessivo degli approfondimenti svolti ha consentito alla Regione di formulare un parere di compatibilità della presenza dell’impianto di Gavassa rispetto al disciplinare di produzione del “re dei formaggi”, nel cui perimetro geografico di riferimento rientrerebbe appunto il terreno individuato da Iren per la collocazione dell’impianto.

Il complesso iter autorizzativo prevederà, in caso di esito positivo, un’unica Autorizzazione integrata ambientale (Aia) comprendente tutti i pareri e le autorizzazioni richieste, come ad esempio la valutazione di impatto ambientale, la variante urbanistica, il permesso di costruire e l’autorizzazione alla gestione dell’impianto.

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Per maggiori informazioni sull’impianto di Gavassa è possibile consultare il sito www.irenforsu.com