Il raro bialbero della Reggia di Rivalta

bialbero

di Ugo Pellini _ A Rivalta è presente una rarità botanica: un Bialbero; su uno dei gelsi del filare della Reggia è cresciuto un ciliegio. Due alberi uniti in uno solo e c’è già chi lo chiama l’Albero degli innamorati. Probabilmente è stato un uccello a lasciare cadere un seme in cima al Gelso, su cui poi sono nate le radici,fino a svettare verso il cielo. A Casorzo, in provincia di Asti un Bialbero, formato anch’esso da Ciliegio e Gelso, è stato valorizzato: transennato, l’immagine inserita nel sito del Comune è ogni anno meta di migliaia di visitatori. Dal punto di vista botanico si parla epifita: quando cioè una pianta autotrofa cresce sopra un’altra pianta, dalla quale non ricava il nutrimento, come fanno le parassite, ma di cui si serve solo come supporto. Quando in primavera il ciliegio fiorirà sarà davvero uno spettacolo ammirarlo; un motivo in più per opporsi al previsto trasferimento dell’intero filare previsto “per il restauro e valorizzazione del Parco e del Giardino segreto della Reggia di Rivalta”.

Ricordiamo che questo filare, del tempo della tenuta agricola Corbelli, è lungo 280 metri, verrà collocato, secondo i progettisti, nell’area verde davanti a quel che resta del Palazzo. Si tratta di 16 esemplari di Morus alba, alti mediamente sui 9 metri ed alcuni di essi hanno una circonferenza del tronco superiore ai tre metri. Sosteniamo da tempo che trapiantare alberi di queste dimensioni diventa problematico per questi motivi:

1 storico (nella mappa di Ercole Penaroli del 1693, conservata nell’Archivio Storico di Modena, raffigurante il Palazzo di Rivalta del principe Foresto d’Este, nello stradone centrale è segnata, nell’asse principale, “una piantata di mori”, il nome con il quale un tempo si indicavano proprio i gelsi.

2 botanico: Stefano Mancuso, noto neurobiologo e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, sostiene che le radici degli alberi vicini sono collegate, “comunicano” e si stabilisce tra di loro una sorta di collaborazione che è pericoloso squilibrare.

3 economico: quella del trapianto è un’operazione che necessita tempo, perché va preparata con largo anticipo e molto costosa. Non sempre poi, anzi, il successo è garantito.

4 affettivo: con questi gelsi i reggiani che frequentano la Reggia o per le manifestazioni organizzate dall’Associazione “Insieme per Rivalta” o nelle escursioni in bicicletta o a piedi lungo il Parco delle Caprette, hanno stabilito un rapporto “affettivo” che non è giusto cancellare.

I gelsi delle Reggia di Rivalta stanno bene dove sono adesso: no al trapianto

Ugo Pellini

(Foto del Bialbero di Simonetta Notari e filare di Alfio Ansaloni)