Il Pilota Automatico

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Il Pilota Automatico che governa Reggio Emilia non si desta facilmente e lo fa malvolentieri, specie in assenza di autentiche emergenze.
Lo strepitìo di superficie dei mesi scorsi non lo ha scosso di un millimetro.
“Arrivano i barbari”. “Tornano i fascisti”. “La democrazia è in pericolo”. “Il ballottaggio! Aiuto, il ballottaggio!”

Sarebbe bastato conoscere un minimo dell’anima profonda di questa città per non darsi pena e risparmiarsi eccessi di allarme (o di aspettative, a seconda di sguardo) durante questa interminabile campagna elettorale, persino quando sul finire dell’estate scorsa il Pd pareva morto, la festa dell’Unità andava deserta e si sarebbe detto che i reggiani fossero emigrati in un altro pianeta.

Ancora dieci anni fa si mossero truppe che comprendevano una ex sindaca per tre mandati, in sella alla Fondazione Manodori, figure di riferimento del mondo affaristico ultrareggiano con forti incidenze in città (Carlo Baldi, Franco Bonferroni), vari club di amici e amici degli amici, il fidanzato della sindaca amministratore delegato dell’allora Iren: sembravano l’Invincibile Armada, tornarono a casa col 2,7% (meglio ancora fece il Baldi, che di politica mastica in misura inversamente proporzionale al business: 0,8% alle urne, per poi farsi “saggio” dei grillini in questa tornata, quando si dice il fiuto).
Neppure quelli del Pd avevano capito cosa fossero i reggiani, ed è questa in fondo la polizza vita per noi medi cittadini privi di smanie: può arrivare qualsiasi inetto poi alla fine ci arrangiamo.

Temendone l’effetto respingente, i pidini hanno nascosto il simbolo durante l’intera campagna di comunicazione. Il simbolo? Si vedevano dei gran cancelletti, dei gran Luca col crapone pelato, dei gran “Tuttareggio” e simili scemenze.

Risultato dell’operazione “come ti nascondo il simbolo”: Pd al 38% alle comunali, prendi su e porta a casa. Se chiedi a un reggiano chi sia il segretario del Pd reggiano non solo non sa risponderti ma non ha neanche tempo di farlo. Perché? Perché ci pensa da settantacinque anni il Pilota Automatico – il quale sa cosa deve fare, lo fa meglio degli altri – e il chiacchiericcio dei politicanti di turno non superi il livello di guardia, grazie.