I tre autogoal di Mattarella

In un momento cruciale della nostra storia (il 29 giugno si terrà una riunione importantissima dei primi ministri europei che deciderà se cambiare la politica economica UE in misura molto più espansiva oppure tenere l’attuale impostazione voluta dai tedeschi), il nostro presidente compie tre errori madornali:

  • nega la possibilità di avere un governo rappresentativo della maggioranza degli italiani;
  • giustifica il suo operato perché altrimenti lo spread sale, mettendo così lo spread e i mercati al posto del Parlamento italiano;
  • nomina un primo ministro che nessuno vuole in Italia ma che ha nel Dna i concetti di politica economica tedeschi (tagli e risparmi fino a raschiare il barile) che perfino la Francia di Macron ormai vuole modificare.

I mercati, appena eletti a giudice supremo delle sorti italiche, in due giorni di vendite distruggono Btp e Borsa italiana. Mattarella ignora le due regole base dei suoi nuovi governanti:
1) i mercati temono più l’incertezza di ogni altra cosa;
2) i mercati se vedono un animale ferito isolato dal gruppo lo azzannano.

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Figura 1 – Il Btp crolla dopo la nomina di Cottarelli da 127.5 a 120

E adesso? Perché dico che ci può salvare solo lo stellone, detto anche fortuna? Semplice: non avendo governo siamo una nave alla deriva. Unica colossale fortuna è che siamo una nave grossa, molto grossa e con enormi carichi a bordo assicurati da quasi tutte le banche del mondo.

Insomma, se affondiamo li tiriamo giù tutti, a cominciare dalle banche tedesche (non è un caso che la più grande banca teutonica, Deutsche Bank, proprio oggi abbia superato al ribasso il suo minimo storico) per poi passare all’Euro (che senza l’Italia si disintegra) per finire al sistema finanziario internazionale: se il default della Lemhan ha fatto da detonatore della crisi, pensate cosa accadrebbe in una crisi del debito italiano. Un vero “armageddon” mondiale.

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Figura 2 – sarà un caso che la più grande banca tedesca scenda ai minimi lo stesso giorno della crisi dei Btp italiani?

Per questo parlo di “stellone”: dovranno essere altri ad aiutarci a uscire dall’empasse. Noi staremo lì a guardare con un Mattarella che fa autogoal e Cottarelli che non conta nulla. Saranno gli altri paesi a dover fermare la valanga.

Insomma, speriamo nello stellone. Può darsi – e io lo ritengo probabile – che ci vada ancora bene, ma non avendo un governo al tavolo delle trattative non speriamo di non dover pagare un prezzo. Ce la caveremo ancora, ma il prezzo sarà salato, a cominciare dalla nostra irrilevanza sui tavoli internazionali.