I rave party diventano un reato

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Con 92 sì, 75 no e 1 astenuto l’Aula del Senato ha dato il via libera al cosiddetto decreto anti-Rave. Ora il testo va all’esame della Camera. Contro il decreto hanno votato le opposizioni. Il testo introduce, fra l’altro, l’articolo 633-bis nel Codice penale e prevede la reclusione da tre a sei anni e la multa da euro 1.000 a euro 10.000 per “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”.
La capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Licia Ronzulli, non vota il provvedimento, così come annunciato ieri. Il testo, infatti, oltre a introdurre il reato di ‘rave-party’ (art. 633-bis c.p) che punisce con il carcere da 3 a 6 anni chi organizza mega-raduni musicali su terreni altrui, anche con uso di sostanze stupefacenti, contiene altre norme che sollevano non poche polemiche.